Mi hanno molto colpito le dichiarazioni del Sindaco di Montepulciano Andrea Rossi, un grido di allarme della situazione in cui ormai da tempo versano i Comuni. Un comunicato che avrebbe potuto scrivere qualsiasi Sindaco italiano, e che chiunque abbia a che fare con l’amministrare non potrà che sottoscrivere in pieno. Più volte anche io ho scritto di come sia pressochè impossibile per chi amministra, di fronte al patetico balletto dei Governi su Tares, Imu e quant’altro, poter programmare qualcosa. A ciò aggiungiamo l’ulteriore pantomima dell’abolizione delle Province e il gioco è fatto: i territori sono lasciati a sè stessi di fronte alla crisi economica e sociale, senza un soldo e senza la possibilità di progettare il futuro e neanche di gestire le emergenze del presente.
Non poter approvare il bilancio di previsione per il 2013, o doverne posticipare l’approvazione in là nei mesi, o approvarlo ma senza certezze su quanto rientrerà dalla tassazione e dallo Stato, è un problema gravissimo, da cui discendono danni enormi per tutti, ma in Parlamento si discute di altro, anche in questi giorni.
E’ sconcertante il distacco che c’è fra chi governa e occupa le camere e chi vive quotidianamente le realtà locali. E’ allo stesso modo sconcertante come i parlamentari, una volta edotti su quella che sia la situazione, non riescano a fare altro che scrollare il capo, dire “Eh già” e dare la colpa a qualche entità astratta non suggerendo più neanche l’illusione di una soluzione dei problemi.
Della nuova legislatura finora emerge purtroppo più il negativo che il positivo, ossia gli effetti collaterali di un rinnovamento senza fondamenta, perchè senza preparazione. In particolare si nota l’incompetenza e la non conoscenza dei problemi, elementi gravissimi e prima molto meno evidenti. Proprio dall’incompetenza si genera un nuovo modo di fare politica, sostanzialmente più inutile di quello che c’era prima.
Una volta il politico era probabilmente più arrogante e non ascoltava la gente, ma decideva e poi al massimo spiegava le cose. “Facciamo così perchè…facciamo cosà perchè…”. Adesso il politico ascolta la gente. Purtroppo ascolta e basta, ma non ha nè le competenze, nè le idee, nè le capacità per fare qualcosa di utile. Come detto sopra, scrolla la testa e dà la colpa a qualche entità astratta, mentre intanto nulla si muove e i problemi peggiorano
Non abbiamo bisogno di tizi a cui raccontare le nostre beghe, abbiamo bisogno di tizi che sappiano governare il Paese; peccato che in questa momento avere questo è impossibile.
Prima in politica si agiva col clientelismo dei fatti (si prendevano voti per fare qualcosa, e si faceva), per un po’ si è andati avanti col clientelismo delle promesse (si prometteva di far qualcosa, poi non si faceva dando la colpa agli altri), adesso ormai siamo al semplice clientelismo dell’ascolto. La classe politica si trasforma così in un consultorio monco: ascolta gli sfoghi della gente, ma poi finisce lì. E serve ancora a meno di quello che serviva prima