Stamattina ho avuto il piacere di essere presente a una delle tante iniziative che, in tutti i Comuni della Valdichiana, sono state indette in occasione del Giorno della Memoria. Ero a Castiglion Fiorentino, dove su invito dell’Amministrazione Comunale ho partecipato come moderatore a un incontro a cui erano presenti Roberto Mariotti, figlio di Renato, cortonese che per 14 mesi ha vissuto la drammatica esperienza dei campi di concentramento nazisti e Davide Sadun, vicepresidente della comunità ebraica di Firenze. E’ stata una bella esperienza e una conferenza estremamente utile, a me e ai tanti ragazzi presenti (studenti del Liceo Scientifico)
Per quale motivo? Perchè ha rifuggito da ogni banalità, da ogni rituale, dalla celebrazione di comodo, dall’ovvietà stantia, dalle parole belle quanto vuote e soprattutto da trite speculazioni politiche del momento, una moda che persiste anno dopo anno in modo preoccupante.
Il racconto di Mariotti, l’intervento di Sadun e un video realizzato dagli studenti hanno contribuito ad esaltare il messaggio universale del rifiuto della violenza, di ogni genere e tipo, in ogni momento storico e per qualsiasi motivazione. Ieri e oggi. Un messaggio che non deve restare fermo a questa giornata, ma deve permearci nella vita di tutti i giorni e tradursi in atteggiamenti coerenti di rispetto delle diversità, di rifiuto dell’omologazione, di tolleranza assoluta di ogni opinione, orientamento sessuale, modo di essere, di comportarsi, di vedere le cose
E’ proprio questo che penso a proposito di questa dibattuta (secondo me a vuoto e su cose che non c’entrano nulla, come sempre in Italia) giornata: occorre evitarne la banalizzazione, la semplificazione spiccola, la riduzione a sorta di sagra dell’ovvio della durata di 24 ore al massimo, oppure (peggio ancora) la strumentalizzazione
I morti sono tutti uguali e tutte (ripeto: tutte) le discriminazioni vanno conosciute, combattute e rifiutate, sempre e comunque. Le ‘Giornate’, di conseguenza, devono servire come spunto a ricordare e stimolo a impegnarsi a essere migliori e non ripetere, nemmeno in piccolo, tali errori. L’importante è comportarsi di conseguenza… altrimenti si potranno fare anche 365 ‘Giornate’ (qualcuno prima o poi sono convinto che arriverà a chiederle), ma il rischio di un ritorno all’orrore resterà sempre vivo
Si sa come Umbria Jazz, in ormai dieci lustri, abbia portato a Perugia e dintorni,…
Convegni, tavole rotonde, degustazioni enogastronomiche, mostre fotografiche e documentali tutto dedicato all'animale simbolo della Valdichiana:…
“E io vado a mangiare dallo zio Ernesto!!” Scommetto che se solo avesse un ospitale…
È uscita la nuova guida di Condé Nast Johansens per una vacanza in una delle…
Nel genere da me e da tanti altri amato c’ è sempre stata la contrapposizione…
TOP TEN Mussolini il capobanda. Perchè dovremmo vergognarci del fascismo di Aldo Cazzullo,…
View Comments
condivido tutto quello scritto da Michele lupetti e se mi è consentito continuare il titolo del suo articolo ci aggiungerei : no alla sagra della memoria ma nemmeno a MAI PIÙ silenzi di comodo e visto che questa giornata viene presa a simbolo di tutte le barbarie, nei vari appuntamenti che si sono tenuti immagino allora che si è pure parlato delle atrocità di Stalin dei gulag in Russia , delle Foibe , dei massacri di Cristiani , del Ruanda, del Congo , tutto questo immagino sia stato oggetto di memoria visto che non possiamo fare le sagre come il titolo dell' articolo ci riporta o velatamente è scivolato via ?
Titolo geniale che denota una notevole capacità di sintesi