Anche quest’anno si è anticipata di qualche giorno la partenza della gara commerciale del Natale: se prima i negozi diventavano “natalizi” per l’8 Dicembre la crisi economica e la grande distribuzione hanno via via contribuito a erodere il mese di Novembre, tant’è che ormai passato il ponte dei Santi compare subito lo sfolgorio di alberelli, Babbi Natali, renne e fiocchi di neve che perdura così per due mesi senza interruzioni.
In ossequio alla logica commerciale (del tipo: si fa di tutto per portare gente) ormai anche le città lanciano i loro programmi natalizi, sempre più ricchi e mediaticamente strombazzati, sin da Novembre. E’ così per Arezzo, Montepulciano, Chianciano e sarà così (a breve) per l’Outlet di Foiano, Castiglion Fiorentino e più o meno tutti i nostri borghi che a breve faranno partire i loro “Natali a…” con uno stillicidio di eventi per grandi e piccini.
Tanti eventi, tante opportunità per le famiglie di passare le giornate, ma il rischio è sia quello che si tratti di iniziative di livello scarso, partorite appunto solo per portare gente cercando di non spendere troppo, sia quello che esse inizino a essere troppe e tutte uguali.
Di mercatini tirolesi, stand con cibarie varie, sfilate per le strade e case di Babbo Natale si sta infatti riempiendo il mondo e l’assenza di fantasia, da cui si genera poi ripetitività e noia, inizia a segnare il passo.
Potrebbe finire, per paradosso, che il risultato di tutto questo affannarsi sia zero. C’è da considerare infatti che un’idea produce risultati quando ce l’hanno in pochi, non ne produce alcuno (se non quello di costare soldi) quando ce l’hanno tutti. D’altronde è la matematica a sancirlo: il pubblico è sempre lo stesso, se si divide in due o tre destinazioni è un conto, se si divide in dieci l’esito è ben diverso e molto meno edificante.
In tutto questo tourbillon Cortona si era distinta per logiche differenti, ma gli straordinari successi di pubblico ottenuti negli ultimi anni dai Natali a Montepulciano e ad Arezzo hanno generato la sensazione popolare che fosse necessario dotarsi di un proprio programma natalizio in grado di fare adeguata concorrenza.
E’ così che dopo alcuni tentativi fatti dai commercianti quest’anno l’Amministrazione Comunale ha lanciato addirittura un bando per l’organizzazione degli eventi natalizi. L’ha vinto una volonterosa (e sicuramente competente in materia di marketing turistico) associazione locale che ha provveduto così, insieme ai commercianti, al Comune e ad altre associazioni (col gioco di squadra tante volte auspicato in passato) alla redazione di un programma che scatterà inrorno all’8 Dicembre, del quale ancora è stato ufficializzato molto poco (qualcosa, direi promettente, emerge da questo articolo).
Sulla base di tutto questo è con grande fiducia che mi auguro che Cortona riesca a fare qualcosa di diverso rispetto a quanto si vede altrove, qualcosa di adeguato alla sua storia e a quella che fino a qualche tempo fa è stata la sua peculiarità: non cadere mai troppo in basso, ma riuscire sempre a proporre un adeguato mix di cultura e intrattenimento risultando unica, inimitabile e (mi si permetta il campanilismo) inarrivabile per tutti gli altri.
Solo in questo modo sarà fatto qualcosa di veramente utile e i soldi investiti produrranno un risultato per il nostro futuro. Mi piacerebbe quindi che questo Natale sia il momento per sancire un cambio di passo, una sterzata che riporti finalmente la logica della qualità e dell’unicità davanti a quella del numero e della standardizzazione, un elemento che in questi ultimi tempi sta producendo risultati devastanti sul tessuto commerciale e sociale cortonese. Il delirio di questi anni recenti, fra gare di foto “Via Nazionale piena / Via Nazionale vuota” su Facebook e altre idiozie spero possa finalmente svanire sepolto dal ritorno al potere dell’intelligenza e soprattutto della coscienza delle cose.
Tutto questo senza dimenticare che se la parola d’ordine è “turismo tutto l’anno”, non è certo il Natale la soluzione definitiva, perchè rimangono comunque i buchi novembrini e del periodo che va dal 7 Gennaio a Pasqua. Il problema va affrontato per altre vie e la riflessione necessita di essere molto più ampia e profonda, ma se intanto si utilizza questo Natale per dare un forte segnale di cambiamento di logica è senza dubbio un grosso passo in avanti.
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