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La notizia del giorno è indubbiamente quella delle dimissioni del Sindaco di Monte San Savino Carlo Alberto Carini. Una parabola politica, quella del “Sindaco-Artigiano”, iniziata con entusiasmo nella primavera del 2009 e proseguita col grande successo elettorale delle amministrative con la lista civica Città Viva. Una grande novità per Monte San Savino, dopo 14 anni di governi di centrosinistra, uno scatto d’orgoglio per PdL e alleati, un puntino azzurro nella rossa Valdichiana, per quanto Carini si fosse da subito distinto per un profilo lontano dal rigido steccato partitico.
Poi le successive, fortissime, difficoltà politiche interne alla maggioranza di governo di centrodestra: un anno e mezzo convulso fra dimissioni di assessori (3), precari equilibri fra dna civico proprio di Carini, un politico non di professione, e partiti, Consiglieri sempre più irrequieti fino all’ultimo atto della ‘fronda’, la presentazione di una mozione di sfiducia ad opera di 5 consiglieri di maggioranza, sostenuti ovviamente dai 5 dell’opposizione.
Carini ha scelto le dimissioni (che a norma di legge saranno reali nell’arco di 20 giorni, periodo in cui il Sindaco può decidere di revocarle) probabilmente per evitare di presentarsi al prossimo Consiglio e ricevere un voto di sfiducia che avrebbe rappresentato un colpo troppo forte a favore dei suoi detrattori. In un certo senso, quindi, Carini ha giocato d’anticipo.
C’è spazio per un colpo di scena in questi giorni? Il Sindaco, almeno a leggere lo stringato comunicato stampa di ieri, sembra non escludere la volontà di cercare di salvare il salvabile. E’ lecito quindi aspettarsi, in queste ore, trattative per recuperare la situazione in extremis, ricostruendo un consenso dei consiglieri di maggioranza intorno al Sindaco. Da capire però quale livello di disponibilità al dialogo daranno i cinque della “fronda”, dai quali si attende in queste ore una dichiarazione pubblica che possa farci capire qualcosa di più sui possibili scenari futuri. L’intuito fa pensare però che la disponibilità sia molto poca, anche perchè un “ricominciamo”, dopo tutto quello che è successo, suonerebbe molto poco credibile agli occhi dei cittadini.
Se non si dovesse rattoppare nulla a quel punto Carini lascerebbe veramente il suo posto, con connesso decadimento della Giunta e del Consiglio Comunale ed entrata in scena del Commissario Prefettizio. Una figura che resterebbe al suo posto, probabilmente, almeno fino alla primavera 2012, con conseguenze certo non positive per il Comune savinese, di fatto bloccato nella logica della ‘ordinaria amministrazione’ per oltre un anno. Solo allora si tornerebbe al voto e l’attuale opposizione, che per ora si è vista piovere dal cielo una vera manna senza meritarla neanche troppo, avrebbe il calcio di rigore per ritornare a governare, chiudendo la parentesi e andando a capo.
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