{rokbox title=| :: |}images/metro1.jpg{/rokbox}Nuovi gravi incidenti lungo la SR71. E’ notizia di ieri: uno sul tratto della Valdichiana, uno sul tratto del Casentino. Capisco di essere ripetitivo, ma continuo ad ostinarmi a pensare che una svolta legata a questa strada, come pure al concetto di mobilità nel nostro territorio, debba arrivare al più presto. Se non ci sono i soldi in qualche modo vanno trovati, ma bisogna smettere di ragionare su ampliamenti a 4 corsie (costosi e lunghissimi nei tempi di realizzazione…la Due Mari docet, occupazioni e incatenamenti a parte…) e pensare qualcosa di diverso che non sia una pezza elettorale, ma una soluzione definitiva.
La mobilità sostenibile è infatti un bel concetto di cui tanto si parla, senza concludere niente e innovando ben poco. E si tramuta così in mobilità più che altro insostenibile.
E’ vero che una mano alla mobilità sostenibile di certo non viene dal Governo e dai tagli imposti alle Regioni, ben 320 milioni di euro per quanto riguarda la Toscana, ossia il 40% dei fondi erogati per il 2010, che ricadranno sul trasporto pubblico su gomma, cioè sui pullman, nei territori. Ricadute pesanti si prospettano su studenti e pendolari: meno corse, rincari nei biglietti, probabilmente qualche licenziamento di personale. E’ vero però che non tutto è bianco o nero, ma prevale il grigio, e qualche miglioria nel servizio bus si potrebbe indubbiamente fare, razionalizzando ulteriormente, modificando l’offerta dei servizi, magari con mezzi più piccoli o con servizi a chiamata.
E’ vero, con i tagli non si aiutano le scelte coraggiose, ma forse proprio per questo è arrivato il momento di farle. E forse è giunto il momento anche di dire ‘basta’ alla gomma, puntando in via definitiva su altro. L’iniziativa di ‘ascolto’ intrapresa dalla Provincia di Arezzo proprio sul piano della mobilità nel nostro territorio è sicuramente un’occasione interessante. Il nostro consiglio, ammesso che interessi, è questo: essere i primi, anche come Regione Toscana, nel campo dell’innovazione; spingere i cittadini ad abbandonare l’uso dell’auto, fare di tutto per riutilizzare al massimo l’esistente, collegare in rete i territori, offrire servizi comodi, a getto continuo, con costi sostenibili. Il trasporto ferroviario locale, in questo senso, se allontanato dalle maglie stringenti di Trenitalia e gestito in modo coraggioso e moderno, può essere il punto da cui partire per un grande futuro, per la Valdichiana ma non solo.