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Media Etruria, la stazione dimenticata… ma solo da noi

Di cosa parlare in vista delle prossime elezioni Regionali che si svolgeranno (pare) alla fine del prossimo Marzo? Con cosa cercare di attrarre l’interesse degli elettori, dando loro un motivo buono per andare al seggio? La situazione post-Emilia Romagna e Calabria, con percentuali di voti vicine a un cittadino su 3, pone il problema di trovare una serie di temi buoni su cui dibattere, confrontarsi, stimolare l’opinione pubblica andando oltre il mero effetto di riflesso delle vicende politiche nazionali (che ridurrebbero tutto a un voto ‘di appartenenza’ che alla fine interessa poco ai non ultras) e/o le questioni legate ai vari pretendenti alle poltrone di consigliere

Un tema su cui sarebbe opportuno dire qualcosa è a mio avviso l’ipotesi di realizzazione della cosiddetta stazione “Media Etruria”, ovvero uno scalo dell’alta velocità ferroviaria da cui, al momento, siamo piuttosto tagliati fuori.

Se l’idea è nata da un accordo fra Regione Toscana e Umbria, primo traguardo indubbiamente importante, nulla è stato specificato sulla collocazione di tale nuova infrastruttura. Dopo essere stata quasi universalmente riconosciuta come ipotesi da portare avanti la stazione attende quindi una traduzione pratica dell’espressione ‘media etruria’ che significa tutto e anche niente

Al momento in cui uscì la notizia dell’accordo circolarono alcune ipotesi: fra esse Farneta o Cignano nel Comune di Cortona, una qualche area nel comune di Arezzo nel punto che guarda verso la Valdichiana, Castiglion Fiorentino, Montallese (nel comune di Chiusi), Città della Pieve e altro ancora

Il dibattito, nel quale a riflessioni legittime e argomentazioni ‘tecnico-pratiche’ già si univano elementi di campanilismo e rivalità politica del momento, è poi tornato nel silenzio, almeno per quanto riguarda l’area aretina. Si ricordano alcuni interventi sui giornali, un convegno a Cortona promosso dal PSI, poi il sostanziale oblio. Non sono pochi, anzi, coloro che ritengono inutile parlarne perchè (dicono) l’ipotesi non potrà mai essere realizzata davvero e quindi si rischia di sprecare fiato e tempo per nulla

Nel fronte della Valdichiana senese, invece, le cose sono andate molto diversamente. Il Sindaco di Chiusi, Stefano Scaramelli, è andato un bel pezzo avanti offrendo apertamente disponibilità, individuando il luogo dove potrebbe nascere la stazione, adoperandosi perchè l’ipotesi diventi realtà. In questo, come si noterà anche da alcuni interventi politici, è riuscito anche a mettere d’accordo varie parti, pezzetti e pezzettini, trovando ad esempio il sostegno unitario dei PD della Valdichiana senese.

Quello che mi sembra opportuno, adesso, è che si provi a riparlarne anche da noi, cogliendo l’occasione elettorale come spunto. Il tema non è quello di contrapporsi a Siena riesumando vecchie logiche, nè di fare concorrenza politica a Scaramelli, ma stimolare un dibattito serio e circostanziato, portando numeri e ragionamenti per trovare insieme la collocazione realmente più conveniente per tutti.

 

I passi in avanti visti nell’operato della nuova dirigenza LFI, tanto per citare un esempio, stanno a dimostrare che le cose possono migliorare, se c’è l’impegno di tutti a considerare il tema dei trasporti come qualcosa di non secondario. Dimenticarsi di una questione come questa, al contrario, è una mancanza grave per chi amministra, che suona addirittura grottesca se paragonata col quotidiano impegno che viene riposto nel far vedere quanto si sta lavorando bene

Michele Lupetti

Colui che nel lontano 2006 ideò tutto questo. Fondatore e proprietario di ValdichianaOggi, dopo gli inizi col blog "Il Pollo della Valdichiana". Oltre a dispensare opinioni sulle cose locali è Beatlesiano da sempre (corrente-Paul Mc Cartney), coltiva strane passioni cinematografiche e musicali mescolando Hitchcock con La Corazzata Potemkin, Nadav Guedj con i Kraftwerk. I suoi veri eroi, però, sono Franco Gasparri, Tomas Milian, Maurizio Merli, Umberto Lenzi... volti di un'epoca in cui sarebbe stato decisamente più di moda: gli anni '70

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Michele Lupetti

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