“L’orrore, dice Kurtz alla fine di Cuore di Tenebra, l’orrore…e per fortuna sua non distribuivano il Times nella Giungla“.
E’ tragicamente singolare che, nel giorno del ricordo di uno dei più grandi orrori dell’umanità recente, la tragedia dell’Heysel (29 Maggio 1985), raggelante mix di barbarie, imperizia, cialtroneria, superficialità, l’Italia debba restare attonita di fronte ad un orrore della natura, il terremoto, e ai suoi sconvolgenti effetti sui prodotti dell’umanità stessa. In Emilia la terra trema e si muore. E stavolta, forse per un caso o forse no, muore soprattutto la gente che lavora, muoiono gli operai, sotto capannoni la cui filosofia di progettazione lascia perlomeno qualche dubbio.
Ma si sa, la scienza non è esatta e certe scelte sono giusitificate dalle leggi e dalle serie storiche (gergo scienziatorum) e lì in Emilia le statistiche tutto facevano prevedere meno che una catastrofe naturale di queste dimensioni.
Però si muore, e in un momento in cui lavorare è un privilegio di pochi, si muore mentre si lavora.
Ma tanto per non fermarsi autocensurandosi di fronte all’orrore della natura, l’uomo riesce a riprendere il sopravvento col suo orrore, che incredibilmente riesce a essere più grande e davastante. Nauseati da una giornata di discussioni via FB e Twitter sul calcioscommesse, adesso ce ne sorbiamo una in cui, alle manifestazioni di sconcerto e agli appelli di buona volontà spesso inconcludente, si uniscono commenti di pessimo gusto. “Paura del terremoto? Scappiamo tutti a Santo Domingo“. Mio Dio, che umorismo sopraffino.
Che si fa allora? Si stacca, si appende nel nostro virtuale ufficio dei social network un bel foglio A4 con scritto grande “Sono al mare” e si sparisce? Oppure ci si indigna, si esclama “O mio Dio, l’orrore!“, si scrive magari uno status o un tweet o un editoriale alla Lupetti e poi si torna a finire di divorare il nostro uovo al tegamino mentre a neanche 300 km da noi qualcuno conta i morti?
Che si può fare davanti all’orrore? Nulla, si è sopraffatti.
In attesa di trovare un numero di conto corrente a cui fare un bonifico, l’unico aiuto veramente sensato che possiamo dare adesso. Molto più di scrivere che siamo solidali e che se avete bisogno di qualcosa ci potete cercare