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Liste civiche: oltre la moda c’è di più?

In una politica che tende sempre più a ridurre gli amministratori a impiegati che devono far funzionare un Comune nella sua qualità di ente fornitore di servizi sono rarissimi i casi di Sindaci che tentano di darsi una connotazione propria, andando oltre la gestione del quotidiano o la promozione delle proprie imprese ragionieristiche, con tonnellate di ovvietà dette e scritte.

Si può ipotizzare che pochi fra coloro che amministrano potranno fra un paio di decenni essere ricordati per qualcosa. Pochissimi di loro resteranno nella storia per essere andati controcorrente e contro l’opinione dominante, ancora meno potranno essere rammentati per aver commesso un gesto che ormai è ritenuto peccaminoso: parlare di politica

 

In Valdichiana, però, degli esempi diversi ogni tanto si vedono

 

Ad esempio a Monte San Savino Margherita Scarpellini si è distinta in questi anni per uno stile che potremmo definire “valoriale” (direi pure “alla Pisapia”). Ha compiuto alcune scelte non convenzionali e indipendenti, con un’attenzione differente e un punto di vista non maggioritario su aspetti quali, ad esempio, le politiche culturali. In parecchi, probabilmente, fra un po’ di anni si ricorderanno di lei

 

A Castiglion Fiorentino invece Mario Agnelli, come già scrissi, è uno dei pochi Sindaci che ha mantenuto una certa attenzione alla dimensione politica, anche oltre i suoi confini comunali. Ovviamente l’ha fatto a modo suo, con le sue visioni e soprattutto le sue modalità che possono non piacere e con le quali si può dissentire anche pesantemente (a me capita spesso, ça va sans dire…). 

Bisogna però riconoscere che l’ultima sua uscita, la proposta di federare a livello provinciale i vari “civismi” locali di cui egli stesso si ritiene espressione, è la conferma di un certo acume che non è niente di miracoloso ma a quanto pare in tanti altri risulta inesistente

 

Proprio il civismo, inteso come agglomerato di qualcosa non troppo dipendente dai partiti tradizionali riunito dalla volontà condivisa di abbattere lo status quo (rappresentato qui da noi dal PD) è un fenomeno effettivamente in crescita e dopo alcuni esempi (Bibbiena) ha proliferato ad Arezzo ed è ora giunto a un’impresa sorprendente quale quella di Sansepolcro, unita a quella del comune confinante, Anghiari. Nel primo il “civismo” ha surclassato il PD, che è indietro di 12 punti prima del ballottaggio, nel secondo lo ha battuto, seppur solo per 9 voti.

In assenza di un’esplosione a 5 Stelle quella del civismo al posto delle sigle partitiche potrebbe perciò diventare una moda ed essere riproposto anche qui da noi nei prossimi anni.

E’ però vero che dietro questo “civismo” risiede in realtà una componente politica e partitica, in particolare legata al centrodestra, come pure (a Sansepolcro) alle forze politiche a sinistra del PD. Ma, almeno a quanto dicono i diretti interessati, è il civismo a condizionare quel poco che resta dei partiti e non i partiti a utilizzare strumentalmente il civismo.

A fungere da collante per tutto ciò che non è PD (e non è 5 Stelle) sarebbe, dicono, la condivisione delle proposte per la collettività (fondata sull’abusatissimo ‘buon senso‘), insieme ovviamente all’avversione (talvolta comprensibile, visti taluni atteggiamenti di arroganza) per chi ha governato finora

 

Come può ribattere il PD? Sicuramente smettendo di dividersi sotto banco in fazioni, alcune delle quali, all’insegna del “tanto peggio tanto meglio”, non disdegnano atti di ‘guerriglia’ sostenendo sommessamente e non ufficialmente alcuni ‘civismi’ con l’unica volontà di far rimediare una sconfitta (e poi rinfacciarla) al proprio nemico interno

Il resto, poi, lo farà la storia. Perchè tutte le mode reggono al tempo se dentro c’è veramente qualcosa di buono. In questo caso la capacità di governare bene un Comune

Michele Lupetti

Colui che nel lontano 2006 ideò tutto questo. Fondatore e proprietario di ValdichianaOggi, dopo gli inizi col blog "Il Pollo della Valdichiana". Oltre a dispensare opinioni sulle cose locali è Beatlesiano da sempre (corrente-Paul Mc Cartney), coltiva strane passioni cinematografiche e musicali mescolando Hitchcock con La Corazzata Potemkin, Nadav Guedj con i Kraftwerk. I suoi veri eroi, però, sono Franco Gasparri, Tomas Milian, Maurizio Merli, Umberto Lenzi... volti di un'epoca in cui sarebbe stato decisamente più di moda: gli anni '70

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  • Nell'aprile 1968 M.L.King si recò a Memphis ,Tennessee,per solidarizzare con i lavoratori neri del sistema di smaltimento rifiuti e fognature della città.I neri lottavano per il riconoscimento del loro diritto di organizzazione sindacale.Doppiamente negato per ragioni di sfruttamento e di discriminazione razziale.Cinque anni dopo la marcia di Washington,l'agitazione di Memphis poneva King,il movimento per i diritti civili e tutte le persone di buona volontà,di fronte alla necessità di un bilancio.La strada seguita dall'America non era stata quella sognata a Washington.Le risorse necessarie per sanare le ingiustizie erano state destinate alla distruzione di un piccolo paese asiatico ,in nome della lotta al "comunismo".Al punto da negare ogni dignità umana e civile a quei lavoratori neri di Memphis, mentre si pretendeva di esportare,a mano armata, libertà e democrazia.King era un vero profeta.Di quelli che nella Bibbia si presentano davanti ai tiranni ad annunciare l'ira di Dio.Il suo ultimo discorso ,prima di venire ucciso,ci fa capire cosa significhino:dignità,diritti,impegno per vederli affermati e riconosciuti.Senso civico come sarebbe il caso di tornare a praticare.Smettendola con l'ipocrisia,le fesserie,le bugie,il disprezzo per la ragione,il ricorso compiaciuto ai sentimenti ed alle passioni peggiori.Vede, Lupetti,sembra che Berlusconi ormai faccia morire tutto quello che tocca.Il PD trasforma in santini tutti i leaders defunti,nazionali ed esteri,da Berlinguer a M.L.King,per accreditare scelte politiche che cotali personaggi aborrirebbero.Se lo immagina lei il reverendo King,che si fa ammazzare a Memphis per ottenere la libertà sindacale dei netturbini,plaudire al "Jobs Act"?Proviamoci ad avere appena un pò di quello spirito e qualcosa cambierà

  • Art. 49 della Costituzione: "I cittadini sono liberi di associarsi in partiti per determinare la politica nazionale".
    Se la classe politica, ed in particolare quella del PD della nostra zona, tenesse sempre ben presente l'art. 49 quando prende decisioni nelle amministrazioni che governa, avremmo risolto gran parte del problema della rappresentanza democratica e quindi del "bene comune".

  • Ciao Michele, non pensi che le cose giuste che hai scritto sul civismo e i partiti, trovino una risposta calzante sul risultato di De Magistris a Napoli, dove si è potuto coniugare la politica con il civismo ma su proposte serie e governo già sperimentato ? Non disdegnerei l'idea di De Magistris di un movimento nazionale di questo tipo, infatti queste riflessioni le fece all'assemblea nazionale di SEL-Sinistra Italiana. Comunque sia, sono convinto che a sinistra c'è un ampio spazio da riempire e la discussione mi fa piacere che sia aperta, come è giusto che sia. Doriano

  • Ci sono i cittadini ed i diritti ed i doveri da osservare nelle loro relazioni politiche :" per concorrere alla determinazione della politica nazionale".Come ,correttamente citata, afferma la Costituzione.Qualunque cosa i cittadini si inventino a tale scopo va benissimo.Sappiamo tutti altrettanto bene che cosa non va.Con frequenza più o meno ricorrente e su questioni più o meno gravi il meccanismo si inceppa.Scuole di pensiero si pronunciano:

    a.quella reazionaria:i cambiamenti proposti o attuati distruggono la pace e l'armonia.Producono più danni di quelli che vorrebbbero sanare.Torniamo,dunque,al passato e puniamo severamente gli agitatori.

    b.quella progressista:proprio perchè i cambiamenti non sono stati condotti con la necessaria radicalità,l'instaurazione del nuovo ordine è stata sabotata o ritardata.Puniamo inesorabilmente i retrogradi e complottisti , il nuovo si affermerà e saremo tutti felici e contenti.

    c.quella "italiana":poichè non sappiamo bene se e cosa vogliamo cambiare,ma non vogliamo passare per fessi,mettiamo in scena ogni tanto un tentativo di "cambiamento" e vediamo cosa succede.

    Forse bisognerebbe tentare una sintesi dei contenuti migliori di tali insegnamenti.Proporrei:a.grande prudenza nel giudicare cosa va cambiato;b.grande radicalità nel cambiare quel che va cambiato;c.se proprio non sappiamo o non possiamo cambiare, si abbia almeno l'onestà di riconoscerlo e di scontarne le eventuali conseguenze.

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Michele Lupetti

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