Cosa cambia con la Legge di Stabilità 2016 del Governo? I Comuni potranno finalmente uscire dallo stato di empasse che dura ormai da tanti anni? Potranno tornare a spendere in servizi, opere pubbliche e altre iniziative rimandate per troppo tempo e divenute ormai irrinunciabili? Teoricamente sì. Tutto questo è possibile, a patto che…
L’elemento principale contenuto nel provvedimento riguarda la riforma, ennesima, della tassazione locale. Stavolta però l’intenzione pare quella giusta: diminuire la pressione fiscale e, allo stesso tempo, razionalizzare i vari tributi dando così un aiuto economico, ma pure pratico, ai cittadini. In sostanza si prevede la scomparsa di Imu e Tasi per le prime abitazioni, col mantenimento di esse per le seconde, ma senza alcun aggravio fiscale; oltre a questo la riduzione della tassazione comunale a un’unica imposta
Nella pratica i Comuni si ritroveranno con meno entrate e con un solo strumento (la tassa unica) sui cui agire
Vi è poi l’annuncio che, dal 2016, saranno ‘sbloccate’ dal Patto di stabilità le cifre di avanzo nei bilanci comunali riguardanti gli investimenti: il Comune, quindi, potrà tornare a spendere e ripartire con una politica di rafforzamento dei servizi, come pure di lavori pubblici, manutenzioni ecc ecc
Il mix dei due elementi presuppone però, per tramutarsi davvero in una svolta positiva e non rappresentare invece un boomerang, l’assoluta certezza di due punti fermi:
– La restituzione totale di tutto il calo di entrate ai Comuni da parte del Governo
– La possibilità di recuperare i fondi accantonati presso la Banca d’Italia, quei soldi che i Comuni, negli anni, hanno accumulato proprio perchè non potevano spendere
Se tutto questo ci sarà allora davvero avremo un Comune con più potere. Se non ci sarà rischieremo invece di arrivare all’assurdo, con una situazione totalmente ribaltata rispetto a quella di questi ultimi anni, ma se possibile ancora peggiore: dai Comuni che avevano i soldi ma non potevano spenderli ci ritroveremmo infatti ai Comuni che, potendo spendere, non avrebbero i soldi per farlo
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Caro Michele la tua è una considerazione molto giusta ; speriamo sul serio , che i Comuni possano avere i soldi da spendere per la comunità : e che quanto anchetu hai sottolineato , non sia un'ennesimo boomerang ! che si ritorcerebbe come sempre sui cittadini e le categorie più deboli.