Quattro Sindache donna su sette comuni della Valdichiana. Maggioranza assoluta. Addirittura a Cortona Sindaco e vice-Sindaco donna. In alcuni consigli comunali sparsi nella nostra provincia, o perlomeno in alcuni gruppi consiliari, sono più le donne degli uomini. Anche nelle Giunte la presenza femminile è più o meno del 50%, con casi particolari in cui addirittura i maschi sono di meno. A vederla così si potrebbe finalmente dire che quello che una volta veniva orrendamente (ma comunemente) definito “sesso debole” abbia raggiunto la tanto agognata parità di spazi in politica e finalmente sia arrivato ai vertici.
Lo si potrebbe definire effetto-Renzi, oppure effetto-Boschi osservando anche l’attentissima cura del look sfoggiata dalle neo-elette nei consigli di insediamento in linea coi dettami della nuova superstar nazionale, o perchè No effetto-Grillo… perchè se c’è stata una almeno apparente “svegliata” generale di tutto il sistema politico nazionale, con ringiovanimenti e ripopolamenti vari, certo è merito anche del suo pungolo. Oppure, più semplicemente, effetto-modernità, effetto-civiltà, con l’Italia che finalmente inizia ad assomigliare ai paesi più culturalmente avanzati.
Scelgo però oggi di risultare antipatico dicendo cose che probabilmente infastidiranno qualcuno. D’altronde è un lavoro sporco, ma qualcuno deve pur farlo
La domanda è: è tutto oro quel che luccica? Davvero?
Tanto per stemperare parto con una baggianata. Ci vuole un chiarimento lessicale. Decidiamoci una volta per tutte: diciamo LA SINDACA o continuiamo a dire IL SINDACO? ASSESSORA o ASSESSORE? CONSIGLIERA o CONSIGLiERE? Secondo l’Accademia della Crusca, voce piuttosto autorevole in materia di lingua italiana, pare che si debba femminilizzare tutto
Andando poi sul serio sottolineo una seconda cosa: non perdiamo di vista quanto abbiano pesato fattori esterni che hanno condizionato prima la scelta di chi ha fatto le candidature, poi la scelta di chi ha votato. Appunto i trend politici nazionali di cui sopra e soprattutto la legge sulla doppia preferenza di genere.
Se vogliamo raccontarci le favole ok, altrimenti ammettiamo una cosa: aldilà delle candidate a Sindaco, che hanno vinto indubbiamente con le loro forze, se molti record di preferenze fra le aspiranti consigliere sono stati raccolti da donne non significa che queste siano state in assoluto le preferite e che sia improvvisamente scomparso il vecchio modo di ragionare “maschilista”. E non illudiamoci nemmeno che le donne siano in ogni caso riuscite a imporsi così tanto da risultare più “votabili” degli uomini stessi. La realtà, vista in modo disilluso, è che la legge ha aiutato le “accoppiate” e non sempre in tali coppiette la donna era la “prima scelta” o aveva un ruolo dominante, ma dalle “accoppiate” finiva per risultare favorita. Molto spesso era in posizione subordinata, se non proprio “pupilla” di qualcuno a cui magari ha soffiato il primo posto, ma sempre “pupilla” resta.
Il che non significa esattamente “emancipazione“
L’ultimo guidizio, anche sull’efficacia della legge sulle preferenze, sarà comunque quello sulle qualità. Che poi secondo me è l’unica cosa che conta, tant’è che i dibattiti su quote rosa e simili non mi hanno mai appassionato. Questo giudizio potremo darlo solo fra 5 anni.
Sono molto ottimista, conoscendo anche di persona molte delle new-entries femminili, ma solo alla fine di queste legislature potremo dire se il cambiamento visto in questa amministrative ha portato un reale rinnovamento di metodi e abitudini, sostenuto da risultati più convincenti che in passato. Solo tra 5 anni sapremo dire se le cose sono migliorate davvero e se i meccanismi legislativi e politici che hanno portato all’attuale scenario hanno davvero centrato l’obiettivo o al contrario non hanno risolto granchè. Per dare un giudizio oggettivo bisognerà però togliersi definitivamente di dosso i vecchi modi di ragionare, che inevitabilmente abbiamo ancora addosso
Il vero grande traguardo che ancora tutti aspettiamo e al quale è chiamato il nostro paese è proprio questo: che si smetta di ragionare per generi. E conti solo la bravura e le cose fatte