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L’Apparato non esiste, e se esiste porta sfiga

Dicesi Apparato: Complesso di impianti, apparecchiature, strumenti coordinati per espletare una funzione o l’insieme dei dirigenti, dei funzionari dell’amministrazione statale o di un partito. Dopo aver letto rigorosamente con toni Fantozziani questa definizione provate a chiedervi se ancora in politica esistono gli apparati. Su Facebook un gruppo di buontemponi ha capito che i tempi sono cambiati e ci scherza sopra: esiste una pagina fan proprio de l’apparato, inteso come quello ex-PCI, ossia la mastodontica, fumosa e onnipotente entità a tre teste che sputa lingue di fuoco che, nel sentire collettivo, starebbe alla base di tutte le manovre politiche, condizionando tutto e tutti e decidendo in segrete stanze e botteghe oscure (nome frutto del caso ma onomatopeicamente efficace, un po’ come l’OVRA mussoliniana o la STASI della DDR) i destini del paese

L’apparato, del Papa, lo sapeva da tempo è una delle tante frasi-burletta che si leggono in quella pagina fan, insieme con qualche altra relativa a Sanremo che parte stasera e anche stavolta c’è dietro la regia occulta dell’apparato

Ormai quella dell’apparato è una barzelletta: i diabolici, grigi e spietatissimi funzionari non esistono più e gli unici che non se ne sono ancora accorti sono gli italiani. Eppure le riprove ci sono tutti i giorni, specie a sinistra con l’idealizzatissimo monolitico PC-PDS-DS-PD: un apparato che si è progressivamente dissolto con dimagrimenti continui della propria struttura, ormai ridotta all’osso, e con il colpo di grazia delle primarie e figuracce colossali come quella di MPS.

Ultimo colpo domenica scorsa su scala locale. Primarie nel Comune di Capolona: il candidato Ciolfi, che i media hanno dipinto come anti apparato (poco conta se è stato Sindaco e poi presidente per 3 lustri di Coingas ed Estra) stravince sulla candidata “dell’apparato” Mirella Ricci.

Ennesima sconfitta per l’apparato o ulteriore riprova che l’apparato non esiste più?

E’ ovvio che è vera la seconda, ma fa comodo perserverare nella prima interpretazione, troppo più suggestiva, semplice e di moda. Sarebbe infatti scomodo scrivere che nel voto non esiste alcuna ribellione del popolo all’apparato stesso, ma solo un tentativo di ricollocazione dei propri interessi. Non trovandosi più tutelati, perchè l’apparato non esiste più e non tutela più, si va a cercare aiuto altrove. Tutto questo solo perchè non è stato più possibile perseverare in certi metodi di gestione del potere e portare avanti il sistema clientelare che proprio gli apparati politici avevano instaurato e mandato avanti per qualche decennio.

La crisi di questi anni ha dato il colpo finale: i partiti non hanno più soldi per mantenere gli apparati e gli apparati non hanno più strumenti per dispensare favori. Senza la possibilità di fare clientela è svanito il consenso: addio apparati, welcome anti-politica con la speranza di trovare un nuovo apparato che ci aiuti.

Adesso però il popolo può autocelebrarsi sentendosi “rivoluzionario” nell’andar contro, col proprio voto, a un’entità che non esiste più (l’apparato), ma che fa comodo far credere che ancora esista. Per sentirsi tutti con la coscienza pulita

A questo punto messaggio per tutti coloro che si candideranno alle primarie 2014, magari anche a Cortona: l’argomento forte per vincere è dire di essere contro l’apparato. E occhio: se qualche giornale scrive che siete “sostenuti dall’apparato” correte subito ai ripari, perchè porta clamorosamente sfiga

Michele Lupetti

Colui che nel lontano 2006 ideò tutto questo. Fondatore e proprietario di ValdichianaOggi, dopo gli inizi col blog "Il Pollo della Valdichiana". Oltre a dispensare opinioni sulle cose locali è Beatlesiano da sempre (corrente-Paul Mc Cartney), coltiva strane passioni cinematografiche e musicali mescolando Hitchcock con La Corazzata Potemkin, Nadav Guedj con i Kraftwerk. I suoi veri eroi, però, sono Franco Gasparri, Tomas Milian, Maurizio Merli, Umberto Lenzi... volti di un'epoca in cui sarebbe stato decisamente più di moda: gli anni '70

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