Sabato mattina ci sarà una manifestazione a Cortona per condannare l’orrore, esprimendo solidarietà alla Francia e a tutto ciò che è mondo civile, in contrapposizione al terrorismo. La promuove il PD, ma questo alla fine conta poco, serviva soltanto che qualcuno facesse partire l’idea e si preoccupasse di mettere in piedi l’organizzazione. Poteva farlo chiunque, potevamo farlo pure noi di Valdichianaoggi, ma non c’abbiamo (colpevolmente) pensato. Non è una manifestazione politica, insomma, o comunque non mi pare il caso di intenderla in questo modo. Sarebbe bello se diventasse una manifestazione di popolo, a cui partecipano tutti senza divisioni.
Vero che ultimamente le manifestazioni si fanno solo contro qualcuno, al grido di “A Casa!“, per offrire prove muscolari e ritagliarsi un po’ di visibilità nei media, senza coinvolgere nessuno se non gli appartenenti alla propria fazione politica. Ma stavolta è diverso.
Stavolta siamo in una situazione che, per certi versi, ricorda quella degli anni di piombo. O forse è ancora peggiore
Perchè alla paura di un’entità misteriosa che potrebbe materializzarsi da un momento all’altro, colpendo le nostre vite quotidiane, si aggiunge il sospetto. Ai tempi delle Brigate Rosse solo qualche coglione pensava che la gente con la tessera del PCI o pure di Lotta Continua potesse avere le armi in casa e tramare nell’ombra. Stavolta invece i meccanismi che inducono a fare ragionamenti simili, applicati a chi accanto a noi vive il suo quotidiano, ma viene da lontano e professa un’altra religione, sono nettamente più forti. Anche lo stesso metodo usato, colpire senza pietà luoghi sociali solamente per mietere vittime, è molto più spaventoso e tragicamente efficace
La guerra al terrorismo va combattuta a tutto campo e con ogni mezzo. Anche noi dobbiamo fare il nostro, nelle piccole comunità. Non mettendoci a ciarlare su Facebook di guerre e crociate che poi non faremo mai, ma impegnandoci nella vita reale. L’ho già scritto domenica e lo voglio ribadire, perchè questo è davvero un momento cruciale.
Il rischio di una sorta di ‘guerra civile’ permanente, in cui ognuno si rinchiuda in sè in un nuovo grande e infinito incubo, è molto forte. Ma visto che la nostra società, anche nelle realtà locali più piccole, è ormai un intricato ‘melting pot‘ in cui certo non si può ipotizzare di istituire un sistema tipo-apartheid l’unica soluzione è quella di fare tutti uno scatto in avanti. Non superando i nostri valori, le nostre tradizioni, i legami che ci appartengono in nome di qualcosa di nuovo che non ci appartiene, perchè le ‘culturalizzazioni forzate’ non funzionano, ma restando legati alla nostra identità scegliendo però la convivenza nelle diversità e nel rispetto
Per questo mi piacerebbe vedere in piazza anche chi è di religione musulmana, ma ripudia la violenza, rifiuta il terrorismo e condivide concetti chiave sui quali si fonda la nostra società: la democrazia, la tolleranza, la convivenza pacifica e l’integrazione. Sarebbe bello vedere le comunità islamiche locali, presenti e numericamente nutrite, stare in piazza sabato mattina insieme a tutti gli altri. Sarebbe una prima importante occasione per conoscersi e venirsi incontro, organizzando la battaglia contro un nemico comune
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Si Michele sarebbe davvero bello che una manifestazione per la pace e la tolleranza vedesse la presenza di tutti, di chi è cattolico, di chi è ebreo, di chi è musulmano, di chi come me non è niente di questo. Sarebbe bello perché la pace e la tolleranza si costruisce attraverso il confronto dal basso, attraverso la condivisione di problematiche che sono simili, anzi uguali per i cittadini. Sarebbe bello perché l'ebreo parlando con il cattolico e questo parlando con il musulmano si renderebbe conto di avere lo stesso problema per arrivare alla fine del mese, lo stesso problema nel trovare un lavoro, lo stesso problema nel veder rispettati i propri diritti. Sarebbe bello perché prima che credenti o non credenti si è esseri umani, ognuno con le proprie idee, con le proprie convinzioni, ma anche con i propri dubbi e le proprie debolezze. Sarebbe stato anche bello che la manifestazione non fosse stata convocata da un partito ma da una istituzione condivisa, perché la pace, la tolleranza, la civiltà non debbono avere un colore, non devono significare un primato ma appunto una condivisione. Lo avrei preferito perché così facevamo quando c'era da battere il terrorismo nostrano, scendevamo in piazza e non ci domandavamo di quale partito fossimo, voleva salvare il diritto a vivere in un Paese democratico e questo era sufficiente a stare uniti. Mi sarebbe piaciuto ma ci sarò ugualmente perché dove si parla di pace, di civiltà, di convivenza, io ci voglio essere.
Lungi da me qualsiasi polemica che, credetemi, non è mia intenzione fare e non voglio avviare con nessuno su questo tema, troppo serio, per lasciare spazio alla tentazione di accendere discussioni in questo caso davvero sgradevoli. Non sarò presente al corteo organizzato dal PD. Non lo sarò per motivi sia personali che di scelta politica. L’appello che lancia Michele alla comunità islamica è giusto ed è una dimostrazione che questa cosa poteva essere organizzata diversamente e senza bandierine. Avremo potuto mettere al tavolo organizzativo tutti (musulmani compresi) ed organizzare un evento in sé importante. Così facendo prima si piazza la bandierina e poi si lavora sulla condivisione. Secondo me dovrebbe essere il contrario. Però, ripeto, non lo dico per polemizzare con nessuno. Lascio quindi una proposta costruttiva. Perché non lavorare ad una presa di posizione condivisa mettendo intorno ad un tavolo tutte le forze politiche, sociali, culturali che getti le fondamenta di una discussione serena basata su una piattaforma comunque condivisa? Non credete che sia un buon modo per cominciare a parlare seriamente del tema, scremando fin da subito le posizioni più insostenibili e palesemente contrarie ai principi della nostra carta costituzionale sui cui valori si DEVONO basare le nostre posizioni politiche? Non credete che sia un passo, meno propagandistico e più sostanziale, verso la fine del noiosissimo dibattito tra buonisti/razzisti e per iniziare un dibattito fondato sulla concretezza di posizioni di fondo in cui tutti dovremo impegnarci senza farci precipitare reciprocamente in quelle due sterili categorie (che sono poi secondo me le due facce della stessa medaglia)?
Un caro saluto a tutti
Andrea