Ricordo ancora il primo giorno a scuola…le mie matite, i pennarelli blu….
E’ inutile: ogni anno, quando so che ricominciano le scuole, anche grazie al fatto che abito di fronte a un Istituto Superiore e quindi la prima campanella ho la possibilità materiale di sentirla, mi ritorna in testa la tremenda melodia della sigla del Libro Cuore, nella tragicamente estremizzata rilettura del cartone animato giapponese. Passato l’impatto con quella melodia porta-sfiga e realizzato che non devo andare a scuola ma al lavoro (e preferisco la seconda opzione!), comincio a ragionare su quello che vorrei dire ai ragazzi. Se fossi un prof…con quale discorsone importante potrei presentarmi in questo primo giorno?
Vediamo un po’.
Beh, potrei dire che la scuola serve. Serve soprattutto perchè ti butta nel mondo. Finisce l’infanzia, inizia la vita vera. Volente o nolente ti devi relazionare con gli altri. Simpatici e antipatici, arroganti e umili, stimolanti e inutili. Inizi, e ci devi andare per forza. D’altra parte si chiama scuola dell’obbligo.
Un excursus personale: fino a 6 anni non ho frequentato quasi nessuno. Ero allergico a ogni contatto, se non per le risse. All’asilo nido mi ci portavano, ma stavo da solo almeno finchè una meravigliosa bimba con le codine (che poi, guarda le combinazioni, è stata per 6 anni la mia fidanzata una volta raggiunta la maggiore età) mi tirava in mezzo al mucchio. Ma nemmeno la sua dedizione risolse granchè, tant’è che alla materna andai solo 2 mattine. La notte prima del primo giorno delle elementari non chiusi occhio, ero terrorizzato. Poi ebbi la fortuna di trovare una grande maestra e le cose migliorarono.
La scuola serve anche a insegnare la cittadinanza, che poi è l’origine di tutto: della democrazia, della politica, delle istituzioni. No, non sono di quelli alla The wall. We need education, anche se ovviamente we don’t need l’indottrinamento. Però ci sono dei valori e delle regole che dobbiamo assorbire, condividere, rispettare.
E potrei anche dire che la scuola pubblica, anche se per tanti versi è un disastro, è l’unica cosa davvero utile, l’unica mano che abbiamo nella vita. Se si studia si conosce, e la conoscenza è l’unica nostra arma per cercare di andare avanti, di arrivare a realizzare i nostri sogni, cercando di non farsi mai fregare da nessuno. Continuo a credere che è meglio sapere che essere ignoranti. Essere preparati, competenti, coscienti secondo me nella vita aiuta
Perciò, cari ragazzi, assolvete i vostri professori fuori dal tempo: lasciate perdere se sono vecchi e pelati, vestiti male e vederli vi mette tristezza. Pensate che sono là perchè probabilmente l’hanno scelto, e quando l’hanno fatto ci credevano, e ancora ci credono. Magari a studiarli meglio non sono poi tutto quel disastro che sembrano a prima vista, e in fondo sono lì per voi. E ripeto: sono l’unica arma, gli unici alleati che avete, per sfangare la vita, arrivare in fondo a essa e dire: “ce l’ho fatta”, o perlomeno non piangersi addosso per averla completamente fallita
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