Nelle cronache locali di ieri spiccava l’intervista al Sindaco di Anghiari La Ferla, eletto l’anno scorso con una maggioranza bulgara e già noto per le sue azioni di “spending review” riguardo alle spese di rappresentanza del proprio comune e dei lampioni dell’illuminazione pubblica. L’ultima trovata del Sindaco risparmiatore è ora quella di chiudere le scuole il sabato, accorciando la settimana così da risparmiare sui costi (ad es. per i trasporti) e, secondo lui, fare un “servizio alle famiglie” inteso come “aspetto formativo”. Nell’intervista il Sindaco sottolinea la necessità stringente di inventarsi qualcosa per continuare a campare, di fronte ai tagli dei trasferimenti del Governo
Tutto questo è verissimo, ma che si intervenga così sulla scuola mi suona un po’ sinistro.
Aldilà del fatto che non viene spiegato come il taglio di un giorno a settimana di lezioni sia recuperato in termini di offerta formativa (prendo però per scontato che non vi siano nè traumi, nè peggioramenti) la sensazione è quella che si vada a rompere un tabù che forse stava bene dove stava. Perchè la Scuola, forse, è bene che resti qualcosa di intoccabile, da difendere ad ogni costo modificando altrove prima che là, senza creare precedenti e/o aprire spiragli da cui potrebbe passare di tutto
Chi amministra ha certamente pieno diritto di scegliere le sue personali priorità, ma ha anche doveri e funzioni da svolgere obbligatoriamente. Sulla scuola gli obblighi derivano anche dal testo costituzionale. Una volta svolti questi obblighi, cosa che senza dubbio La Ferla avrà fatto, è corretto, quantomeno sul piano “etico”; che un Sindaco prenda una decisione di questo tipo?
Oltre a ciò, con tutto il rispetto per il lavoro del Sindaco in questione (che non giudico anche perchè non posso seguirlo da vicino), voglio esternare un ulteriore dubbio.
Non vi è il rischio che guidare un Comune si riduca al far tornare i conti, e che anche per raccogliere il consenso dell’opionione pubblica più importante che fare diventi non sprecare? A quel punto, però, a che serve la politica? Basterebbe nominare un buon contabile, magari un po’ creativo…
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