E’ iniziato alle 16 il Consiglio dei Ministri che dovrà decidere il riordino delle province. Nei giornali di oggi si parlava di “spiraglio”, ma il quadro è molto semplice, se con una deroga si cambierà la mappa vista finora Arezzo si salverà, altrimenti sarà accorpata con Siena e Grosseto, e tanti saluti agli schemi di riorganizzazione approvati dal CdAL toscano nelle scorse settimane. Non è chiara la tempistica: la decisione potrebbe arrivare a breve, o domani, o nei prossimi giorni visto che sarà un Consiglio dei Ministri-fiume.
Ma aldilà della salvezza di Arezzo resteranno due questioni aperte
La prima è la ridistribuzione delle deleghe: tutta da capire. Già in questi giorni la pratica amministrativa, cosa ben distante dalla teoria spesso vuota di contenuti di chi progetta le riforme, sbatte contro varie assurdità: si lanciano piani triennali un po’ su tutto (trasporti, cultura ecc ecc) affidando una vasta serie di compiti alle province, e poi non si sa se queste rimarranno vive. Si parla di 2014, 2015, facendo conto su di loro per moltissime cose poi si pensa di chiuderle nel 2013. Contraddizioni tutte da sanare che di fatto rischiano di paralizzare definitivamente un sistema che già non funziona granchè bene
La seconda è l’elenco delle assurdità causate da confini di regione frutto di centinaia di anni di storia di un paese diviso in tante parti. Basta guardarsi intorno e vedere come certi “muri” regionali discendenti dagli antichi stati creino situazioni paradossali, degne del “fiorino” di Non ci resta che piangere. Sono un’infinità in tutto il suolo nazionale, e ce ne sono alcuni anche da noi. Il caso di Sestino, provincia di Arezzo, comune minuscolo che starebbe tanto meglio con la Romagna, visto che dista un’ora e mezzo dal capoluogo; ma anche realtà cortonesi come ad esempio quelle di Mercatale, mezz’ora dal capoluogo, ma 2 minuti da Lisciano Niccone e 18 da Umbertide, cioè dall’Umbria. Sono situazioni che creano disagi e sprechi economici enormi. Invece si è discusso per mesi senza pensare neanche un secondo a tutto questo, sprecando un’occasione che poteva essere importante