Due parole sulla Leopolda, l’appuntamento clou della politica in questi giorni. Treni speciali (metaforici) sono partiti anche dalle nostre zone per ascoltare in massa il nuovo verbo di chi, dopo essersi classificato come rottamatore, da quest’anno vuol diventare anche e soprattutto propositore. Treno su cui salgono in tanti, verrebbe pure da dire in troppi viste certe facce che aleggiano nella location fiorentina in queste ore e gli strani appoggi di palese simpatia che arrivano da certa stampa. Ma quando c’è l’onda è naturale che non manchino i surfisti. Dal punto di vista personale, non amando tanto le chiacchiere e le convention (che per quanto impostate in modo “alternativo” come la Leopolda sempre chiacchiere e convention sono) me ne sono restato tranquillamente a casa seguendo però per lunghe ore la diretta web.
(…questo tanto per dire che volendo anche qui in Chiana siamo avanti, anche se non sentiamo il bisogno di farlo vedere!)
C’è da sottolineare il fatto che di idee buone, di proposte fighe nei vari interventi, ne ho sentite molte. La proposta ha superato finalmente la critica, trasformando il tutto in qualcosa di meno becero e vuoto rispetto ai primordi. Eccessivo definirlo big-bang, ma è stato comunque un puzzle frastagliato ma positivo di buone volontà, spesso un po’ troppo generiche, animate però da un comune spirito di fondo che potremmo definire moderno e che quantomeno appare agli orecchi di chi ascolta qualcosa di molto più adeguato e vicino al paese reale rispetto a quello che si sente in alcune tradizionali sedi della politica. E’ anche per questo che il rottamatorismo ha successo ed è in grado di intercettare le simpatie e/o la curiosità della gente comune, non politicizzata o ex-politicizzata
I problemi però sono due.
Da un certo punto di vista il Renzismo riadeguato della Leopolda 2011 per quanto un pochino più cattivo e meno ecumenico, assomiglia molto al Veltronismo e si espone agli stessi rischi: più che una linea politica è una generica linea di approccio, ma manca di solidità. Come detto: un bello spirito, tante belle idee, ma in un puzzle frastagliato che non basta a creare una nuova classe dirigente per il paese e un nuovo modo di governare (come fu ad esempio il tanto osannato, alla Leopolda, Blairismo) e rischia di risolversi in semplici parabole personali più o meno fortunate non in grado però di modificare davvero il paese.
Il secondo problema è quello dei giovani vecchi. Per carità, sono il primo ad auspicare una bella ripulita del vecchiume, non solo in politica ma anche nelle professioni, ma spesso vedendo sulla barca di Renzi e soci certi giovani nel senso esclusivamente anagrafico, intrisi di modernismo d’interesse, vuoto pneumatico interiore e terrorizzante spregiudicatezza comincio ad avere paura che anche il Renzismo, come tutti i “movimenti” animati da uno spirito positivo visti nel corso della storia, rischi poi di risolversi all’atto pratico in un grande bluff