Il 2013 inizia con una riflessione politica sul risultato delle elezioni primarie del PD e su chi ci rappresenterà nel prossimo parlamento. A suonare strano non è tanto la mancata elezione (o meglio il terzo posto…ancora da vedere se ciò significherà o meno ingresso in una delle due camere) del Segretario Provinciale Marco Meacci, che perlomeno proveniva da Monte San Savino, quanto la grande occasione persa per la vallata in generale, Cortona in testa. In parlamento, per il PD, finiranno infatti 2 figure provenienti dal Comune di Arezzo. Non sono un tipo abituato a ragionare in modo campanilistico, nè per classificazioni territoriali, ma l’elemento territoriale in politica esiste e spesso ha la sua spiccata valenza. Inutile negarlo
Se qualche renziano in Valdichiana sarà adesso comprensibilmente contento per l’avvenuta elezione del suo “leader” provinciale Marco Donati, ben presto quando i fumi della contrapposizione Renzi – Bersani saranno finiti si dovrà misurare con la sua effettiva capacità di rappresentare e ascoltare tutto il territorio, compresa la nostra vallata. Confidiamo in Donati, così come in Donella Mattesini, sicuri che rappresenteranno al meglio tutti.
Un tempo, però, piuttosto che “confidare” si preferiva agire.
In Valdichiana, invece, ci si è divisi abbandonando a priori l’idea di un’iniziativa. Se Meacci non era un candidato gradito (così era almeno per Cortona, dove ha raccolto le briciole) si doveva comunque tentare una qualche altra mossa perchè l’occasione c’era. Invece, venuta a mancare la candidabilità di Andrea Vignini, ha preso campo un’impasse poco degna di chi vuole definirsi “classe dirigente”.
Il Valdarno ha fatto una scelta diversa, candidando la vice-Sindaco di Terranuova Bracciolini, raccogliendo un grande risultato. Vero che la Faleppi è arrivata quarta e ultima, ma ha sfiorato il terzo posto e la valanga di voti raccolti nella sua vallata e i tanti consensi catturati anche nelle altre vallate, dove di fatto era una totale sconosciuta, confermano che una realtà come quella cortonese avrebbe potuto almeno provarci.
A prevalere è stato invece l’opportunismo di tenersi nell’ombra in un momento in cui gli equilibri della politica sono in totale divenire e gli sviluppi non possono essere previsti e poi probabilmente il personalismo, della serie “piuttosto di far andare in parlamento uno che non mi è simpatico, mando tutto a rotoli”. Infine il dimenticarsi della finalità delle primarie parlamentari: scegliere i parlamentari, senza altri obbiettivi collaterali.
Il “profilo basso” non sempre giova. Specie a Cortona, che in realtà avrà il suo parlamentare. Si tratta di Chiara Gagnarli del Movimento 5 Stelle. Pressochè certa la sua elezione qualora il Movimento prendesse davvero il 15% o più dei voti, come dicono i sondaggi. Forse questo piccolo dettaglio è sfuggito ai grandi pensatori della sinistra nostrana…
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Caro Michele, hai proprio ragione " è stata persa una grande occasione".
Come Valdichiana non siamo stati capaci di sostenere una figura come quella di Marco Meacci che era espressione della vallata e segretario provinciale del PD. Abbiamo perso un'occasione per dimostrare, con forza, la nostra compattezza di zona nel rivendicare un ruolo politico nazionale al nostro territorio.
Oggi si legge sulla stampa locale di un fantapolitico Triunvirato che dovrebbe governare il partito nei prossimi mesi. A me, questa ipotesi, pare assurda visto che ci saranno a breve le elezioni politiche e subito dopo il congresso del PD. Continuiamo a farci del male.
Spiace ricordare che avevo detto in tempi non sospetti che il partito invece che fare le primarie tra Bersani e Renzi doveva fare un congresso democratico e trasparente da dove sarebbe uscita la linea politica da seguire.
Oggi, invece, paghiamo ancora alcune lacerazioni nate da quelle primarie che non fanno bene nè al partito, nè alla politica, nè faranno bene al nostro territorio.
Ciao Michele la tua analisi sulle primarie per i parlamentari e' legittima ma non la condivido in alcuni passaggi:
Le primarie aperte a tutti e non solo sul web organizzate il 30 dicembre e' stato un grande esempio di democrazia e partecipazione con cui il PD si e' messo di nuovo in gioco giustamente ma è innegabile che i tempi ristretti hanno concesso poco spazio al confronto e al fatto di poter trovare una sintesi positiva e condivisa a livello di valdichiana.
Allo stesso tempo mi permetto di far notare che un candidato solo di una zona non ha più senso con il modo con cui sono concepite oggi le primarie: essendo primarie aperte a tutti e avendo Arezzo città numeri importanti e' fondamentale che la candidatura trovi consensi oltre il proprio territorio.
Infatti se anche tutta la Valdichiana avesse votato in modo compatto per un solo candidato il risultato non sarebbe stato sufficiente lo stesso senza un buon numero di voti nel resto del territorio provinciale.
L ' ottimo risultato della Faleppi e' proprio una dimostrazione di ciò ma la sua forza e' da individuare più che all'' origine valdarnese al fatto di essere la candidata donna "Renziana" , fattore ancora non secondario in questa tornata di primarie.
Inoltre il candidato che poteva rappresentare la Valdichiana e non solo noi lo avevamo in casa , vedi Vignini, ma le regole non ne hanno permesso la partecipazione .
Concludo nel rigettare completamente le riflessioni su "opportunismo di tenersi nell 'ombra " o di "non votare un candidato perché non è simpatico", credo che la politica , a cui noi pensiamo di appartenere, si faccia in un altro modo con analisi serie, ascoltando i propri cittadini e facendo scelte nell 'interesse di tutti e non di certo con l 'intento di mandare tutto a rotoli.
Ringrazio il Segretario Comunale del PD per la risposta, che certo è ricca di affermazioni che condivido. Quello che non condivido è il fatalismo di fondo, della serie "non si poteva fare altrimenti", che emerge, insieme alla considerazione che l'unico elemento in grado di competere su scala provinciale fosse Vignini. Può essere vero, ma suona come un'autoammissione di impotenza che certo non è granchè per chi vuole essere classe dirigente, anche se solo locale. Lo stesso non schierarsi con nessuno, e dover registrare una significativa affermazione anche da noi di un candidato di fatto sconosciuto come Katia Faleppi è a mio avviso sintomo di forte debolezza. Il Partito ha di fatto abdicato al suo ruolo, lasciando campo ai comitati renziani: può essere una mossa comprensibile, ma certo non è degna di chi vuole (lo ripeto ancora una volta) essere classe dirigente. Resto del parere che invece, pur nel pochissimo tempo disponibile e pur con la presenza del Segretario Provinciale Meacci, si potesse comunque cercare un nome più di convergenza che avrebbe potuto raccogliere successo non solo in Valdichiana. E comunque anche un terzo o quarto posto avrebbe quantomeno aiutato qualcuno a crescere e salire "di grado", facendosi le ossa e acquisendo comunque credibilità e statura da riutilizzare in appuntamenti futuri.
Sono comunque certo che Marco Donati saprà rappresentare al meglio anche le istanze della nostra vallata, una volta eletto
Concordo con Michele sia l'articolo che il commento.
Innanzitutto buon anno.
In relazione a quanto accaduto, secondo la mia modesta opinione, dico che se siete del PD, non c'è niente di sorprendente in come hanno agito localmente, è la solita politica che fanno da sempre, credo che ad oggi in Italia, nonostante la "lezione democratica" delle primarie il PD sia il più conservatore e il più legato alle vecchie abitudini fra tutti i partiti, la gente conta 0 nonostante si voglia far credere che con le primarie si sia tornati alla Polis greca;credo che anche i politici locali nn si rendono conto dei problemi reali dei cittadini; poi,quale è il programma? io nn sono riuscito a capirlo perchè forse neanche loro lo sanno, e se di fronte ad una questione posta da un cittadino ci si arrabbia pensando che sono tutti troppo ignoranti invece di cercare di capire, beh, allora non ci siamo.
Cordiali Saluti
Per troppo tempo il PD è stato classe dirigente, anzichè classe rappresentante, troppo impegnato ad auto alimentarsi ed anteporre le esigenze di partito a quelle del territorio e delle persone.
Troppo impegnato a ricompensare i suoi figli più che a scegliere i migliori nell’interesse di tutti.
La bocciatura di Meacci è la bocciatura di un sistema che la gente di sinistra non vuole più.
Io credo che se la gente del PD, per una volta nella storia, mette da parte il proprio interesse locale, le strategie di partito, per guardare a chi (a torto o a ragione) ritiene più meritevole, questo sia un evento da celebrare, altro che occasione persa.