Come escono i politici cortonesi dalla querelle di questi giorni, quella che è partita dalla vicenda Cantarelli ed è arrivata fino al Ministro Poletti, passando per il Premio al progetto ‘All’opera per il bene comune‘ attraverso i gruppi di opposizione e gli operai? A mio avviso parecchio male. Tutti. Vi spiego perchè, sforzandomi nel guardare le cose da una prospettiva il più possibile esterna.
Di base c’era un problema: quello della Cantarelli. Azienda di grande peso per il nostro territorio che sta passando un momento cruciale. Vuole ripartire, ma è probabile che molti operai dovranno perdere il lavoro. Uno dei due stabilimenti verrà chiuso. Si fatica a trovare un accordo fra dirigenza e Sindacati. Non una roba da poco, insomma
C’era poi un elemento interessante: la venuta del Ministro del Lavoro Poletti in città, per consegnarci un premio per un progetto, primo in Italia, che si rivolge a chi è in difficoltà dandodogli la possibilità di offrire il suo servizio in lavori socialmente utili.
Non servivano le qualità politiche di Mitterrand o De Gasperi per capire che la coincidenza “crisi Cantarelli – Ministro del Lavoro a Cortona” poteva essere sfruttata. Non per propaganda, ma per qualcosa minimamente di sostanza, perlomeno per una riflessione seria.
Purtroppo ha prevalso la mancanza di duttilità dei nostri amministratori. Avevano inserito il CD del ‘madonna quanto siamo bravi, viene il ministro a premiarci‘ e si sono infastiditi di fronte al ronzio delle opposizioni, magicamente unite (si andava da Rifondazione e 5 Stelle fino a Lega e Fratelli d’Italia!) nel chiedere che il Sindaco convincesse il Ministro a incontrare gli operai
E così al fastidioso ronzio l’Amministrazione ha maldestramente risposto lasciandosi ingioiare nella polemica politica. Invece di rilanciare il pallone in avanti, con 3 telefonate che avrebbero messo tutti a tacere e fatto fare un figurone al Sindaco e alla giunta, si è scelto di chiudersi in difesa, incartandosi con due comunicati stampa
Nel primo, rispolverando un gergo attempato (“sterili prese di posizione” non si sentiva dai tempi del pentapartito) si alternavano slanci di arroganza (del genere “noi si lavora senza dirlo”… peccato però che in altri casi si lavora e lo si dice anche troppo, perciò il silenzio stona e rende leciti i dubbi di scarso attivismo), buffi e tardivi revanscismi di sinistra (del tipo “noi siamo sempre al fianco degli operai…gli altri prima difendevano gli imprenditori, ora hanno cambiato idea per comodo…“), imprecisioni (gli operai della Sadam ‘in cassa integrazione dal 1° Luglio‘), una sostanziale assenza di risposte a chi li accusava di aver fatto poco finora, inutili gare a chi è arrivato primo (roba tipo “ci siamo già attivati da tempo per richiedere l’incontro fra Ministro e Operai, molto prima delle opposizioni!“) e un generico ‘forse‘ sull’incontro stesso
Nel secondo, dopo aver esaltato con un linguaggio a metà fra libro Cuore e Settimana Incom il progetto e ‘i 200 che hanno sfidato il caldo per venire alla Festa‘ (…) si nicchiava completamente su tutto il resto del discorso, sperando di mettere un tappo a tutte le polemiche, cosa ovviamente non riuscita
Dal canto loro le opposizioni, confinate in un micro sit-in in Piazza della Repubblica senza possibilità di imboccare Via Guelfa per avvicinarsi al Ministro, hanno dato conferma di quanto poco siano in grado di attrarre massa critica, sollevando un vero e diffuso movimento di dissenso e capitalizzando almeno una volta la propensione all’autogol tipica della giunta Basanieri (su questo, dalla scuola di Fratta in poi, le occasioni sono state molteplici)
Diciamoci la verità: a nessuno, fuori da coloro che non sono nel giro della militanza politica e/o in posizioni affini, è fregato qualcosa di questa storia. In parecchi neanche c’hanno capito nulla, presi in mezzo a comunicati stampa di bassa risma. Il dato più importante su cui riflettere è questo
Il risultato finale è che la scarsa abilità di maggioranza e opposizioni ha fatto non solo buttar via una possibile occasione per la vicenda – Cantarelli, ma . anche perdere il significato e l’importanza del premio a un progetto (All’opera per il bene comune) che dimostra quantomeno la voglia di smuovere qualcosa da parte di qualche assessore e la voglia di lavorare di alcuni dipendenti comunali. In tempi di magra come questi non è poco. Ovvio che tale progetto sia contestabile in alcuni aspetti e che non sia risolutivo di un problema, ma perlomeno rappresenta un palliativo a quelli che sono gli ‘effetti collaterali’ della disoccupazione.
In attesa che qualcun altro (tipo il Ministro Poletti) risolva il problema a monte, adoperandosi affinchè il lavoro sia per tutti, e con dignità.
Nota: Dopo la pubblicazione di questo articolo è giunto un terzo comunicato dell’Amministrazione Comunale che, per rispondere a Fratelli d’Italia, aggiunge elementi alla vicenda rivelando di una richiesta fatta agli operai che (si legge) non sono potuti essere presenti e di un comunicato dei sindacati comunque consegnato nelle mani del Ministro. La trovo un’ulteriore conferma di quanto scritto sopra: la vicenda è stata mal gestita a livello politico e comunicativo sin dall’inizio ed è andata via via peggiorando, coi risultati deleteri da me sottolineati.
Come avevo già scritto informare i cittadini di quello che si fa su temi spinosi come quello del lavoro è non solo utile per prevenire le strumentalizzazioni di cui poi tanto ci si lamenta, ma doveroso vista l’importanza del tema. Un comunicato o due righe su Facebook su queste cose non fanno mai male: non è demagogia, ma trasparenza e segnale di vicinanza