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La Cortona in movimento è la Cortona che ci piace

In un panorama contrassegnato da rievocazioni storiche, piccoli eventi con mangiata e festival minori anche quest’anno Cortona on the Move è stato una boccata d’ossigeno. Con grande soddisfazione abbiamo seguito i primi 4 giorni che rappresentano la fase più intensa della rassegna, le cui mostre restano aperte fino al 2 Ottobre. I motivi di interesse sono stati ancora tanti: ovviamente le mostre, molto belle, gli ospiti (in particolar modo Carlo Petrini di Slow Food e l’ex ministro dei beni culturali Bray, che hanno regalato momenti illuminanti), più in generale il clima di grande vivacità, serenità e apertura mentale che si è respirato in città nei tanti luoghi direttamente coinvolti.

In poche parole si è vista la Cortona che ci piace, viva ma anche ‘slow’, piena di giovani e di cultura ma non ingessata nè caotica, con un turismo “su misura” e sostenibile, con una comunità che torna protagonista, conosce i suoi punti forti e li valorizza. La Cortona che vorremmo sempre e che fa piacere vivere almeno per qualche giorno all’anno

 

Peccato davvero per chi era altrove e se l’è persa: ha mancato un’occasione utile per capire l’essenza vera di Cortona, che spesso sfugge a chi non la vive quotidianamente (ma spara comunque sentenze), e vedere una concreta rappresentazione della giusta strada a cui la città dovrebbe, secondo noi, restare sempre più fedele.

 

Che Cortona on the Move fosse una buona idea l’abbiamo detto prima ancora della primissima edizione del festival: avevamo capito che avrebbe dato a Cortona quello che le serve, illuminandola di una luce piacevole, che arriva lontano ma non acceca, ponendola all’attenzione internazionale con una formula non impattante ma moderna, ambiziosa, fondata sui contenuti e non sulla ‘fuffa’, plasmata alla perfezione sulla città, sulla sua storia, le sue abitudini. 

 

Celebrare troppo è sbagliato, ma sarebbe opportuno ricordarsi com’era Cortona prima dell’arrivo dei primi ‘contingenti’ di On the move. Di certe cose c’era solo l’idea, di altre si sentiva solo l’esigenza. I più coscienti sapevano che l’equazione evento uguale successo, ma con disagi si poteva spezzare. Si intuiva che poteva nascere qualcosa in grado di portare un certo pubblico, di donare un “respiro internazionale” (termine ormai abusato, ma buono per sintetizzare), che sapesse combinare insieme tutto il meglio che avevamo da offrire non snaturandoci recuperando anche luoghi importanti che non venivano sfruttati. La fortuna è stata che Cortona on the Move è partita da cortonesi (e non) che avevano a cuore la città e soprattutto la conoscevano bene; in più avevano competenze, entusiasmo e voglia di lavorare. E così in questi anni, grazie anche a On The Move (e, scusate la mancanza di modestia, anche a un bel po’ di nostri articoli), si è tornati a parlare di Fortezza del Girifalco, di ex Ospedale, di Parterre e altri luoghi e opportunità andando a intercettare un sentimento che c’era, ma non era ancora incanalato in una proposta concreta di rilancio.

 

Cortona quindi adesso sta meglio, s’è messa in movimento e ha davanti una strada interessante. Fondamentale è continuare a percorrerla e in questo l’ipotesi di ‘fusione‘ fra i due principali eventi dell’estate, appunto l’On The Move e il Mix, altro tema che avevamo sollevato nei mesi scorsi e che è stato poi preannunciata dal Sindaco Basanieri, potrebbe essere una buona idea per creare un quadro ancora più coerente e ravvivare la circolazione di idee. Ma di questo torneremo a parlare dopo il Mix, perchè la questione è delicata e merita riflessioni ampie.

Intanto complimenti, per l’ennesima volta, a On the Move!

 

PS La mostra al Parterre (vedi foto) è semplicemente meravigliosa. Primo per il luogo scelto, secondo per le tematiche che tratta. A suo modo è anche una mostra educativa, ma soprattutto è frutto di una scelta coraggiosa. Bravi!

 

 

Michele Lupetti

Colui che nel lontano 2006 ideò tutto questo. Fondatore e proprietario di ValdichianaOggi, dopo gli inizi col blog "Il Pollo della Valdichiana". Oltre a dispensare opinioni sulle cose locali è Beatlesiano da sempre (corrente-Paul Mc Cartney), coltiva strane passioni cinematografiche e musicali mescolando Hitchcock con La Corazzata Potemkin, Nadav Guedj con i Kraftwerk. I suoi veri eroi, però, sono Franco Gasparri, Tomas Milian, Maurizio Merli, Umberto Lenzi... volti di un'epoca in cui sarebbe stato decisamente più di moda: gli anni '70

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  • Condivido tutto l'articolo che riesce a vedere molto brillantemente le prospettive future aperte dagli organizzatori. Innovazione, creatività,curiosità,cultura,competenza interdisciplinare,passione,divisione dei ruoli e molto molto lavoro sono gli elementi che caratterizzano il festival. Gli eventi messi in essere non sono "local" ed questo è il motivo del loro grande successo . Non basta purtroppo una buona macchina fotografica per fare un fotografo come non basta un grande pennello per fare un pittore.

  • Ricordo il piacere con cui da giovane scoprii il Festival di Spoleto, che non ho poi mai mancato perché mi dava l'impressione di partecipare ad un evento culturale e sociale insieme, quel tipo di avvenimento che saldava il passato al presente e ti faceva sentir parte di una comunità mossa da interessi "alti" ma con radici ben piantate nella storia e nella cultura antropologica profonda di noi tutti.
    Sono certo che On The Move si stia posizionando alla stessa altezza, creazione di arte e cultura, molto di più che "turismo" e "reddito", ma CIVILTA'

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Michele Lupetti
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