Ho letto stamani su La Nazione un articolo in cui si raccontava che a Rispescia (Grosseto), per un’incomprensione telefonica fra i familiari di una persona che aveva necessità di un’ambulanza e l’operatore della centrale del 118 (che per la provincia di Grosseto ha sede a Siena), la procedura di invio del mezzo di soccorso avrebbe richiesto un tempo lungo.
Va detto a onor del vero che non si trattava di un’emergenza grave e che la Usl ha chiarito l’accaduto (il tempo, ha dichiarato l’Azienda Sanitaria, è stato di 15 minuti, quindi nei limiti stabiliti dal protocollo), ma il fatto che possa esserci stata una perdita di tempo semplicemente perchè (pare) vi sono state difficoltà nel capire il nome del luogo da dove l’utente chiamava induce una riflessione sulla prossimità al territorio che un servizio come quello della centrale operativa del 118 deve assolutamente avere.
Il personale è infatti altamente qualificato e specializzato, ma la concitazione di certi momenti e l’inevitabile tensione di chi chiama rendono il lavoro molto difficile.
La conoscenza di ogni angolo del territorio da parte degli operatori deve quindi essere elevatissima: purtroppo più ampio è il territorio più, inevitabilmente e nonostante la succitata professionalità degli operatori, la cosa si complica.
E’ per questo che scoprire che le centrali operative sono già state ridotte a 6 in Toscana (nella nostra Asl ce ne sono due, una ad Arezzo che serve la nostra provincia e quella di Siena che copre anche il territorio grossetano), ma diventeranno in futuro 3 (più altre 3 che si occuperanno però della gestione dei trasporti sanitari) mi fa venire qualche dubbio.
Mi chiedo inoltre, visto che non risultano decisioni già prese, dove avrà sede l’unica centrale operativa della Asl Sud Est.
Sarà ad Arezzo? Oppure sarà a Siena?