Se l’anno scorso il tema centrale dell’8 Marzo fu la dignità della donna nel significato che veniva attribuito a questa espressione in quell’era di berlusconiani e anti-berlusconiani sulla scia anche del Se non ora quando, quest’anno la concretizzazione forzata del periodo Montiano impone di parlare d’altro. Si torna coi piedi per terra, si parla di lavoro, di salari, di sostegni concreti e di problemi diversi da sederi e seni spiattellati nei teleschermi, manifesti più o meno lesivi dell’immagine femminile o di giovanissime donne in vendita che partecipano a festini vip. E ci si accorge improvvisamente di come la donna sia penalizzata nel mondo del lavoro, di come sia bassa in Italia la percentuale di donne occupate (dato che è basso anche perchè le donne che lavorano “al nero” sono tantissime), di come regni sovrana la lettera di dimissioni in bianco al momento di assumere, casomai una donna rimanesse incinta. Beh, anche questa è dignità!
Ci si rende conto, adesso, che ancora nel nostro paese essere donna può essere un handicap e che una donna da sola può anche non riuscire a trovare gli strumenti per sopravvivere senza appigliarsi a qualcuno
Rispetto a un anno fa sembra di stare in un altro paese, o se non proprio in un altro paese perlomeno in un’altra epoca. Non è un ritorno al femminismo e agli anni 70, fortunatamente, ma un passaggio a questioni probabilmente più stringenti e quotidiane e anche più sentite.
Ci prendiamo il merito di aver ignorato, l’anno scorso, certe tematiche che ci parevano un po’ troppo strumentali alla contingenza politica del momento. Una nostra lettrice parlò di congedi parentali per aiutare una donna (e il suo uomo) a gestire la prole. Beh, che dire, siamo stati avanti…
Peccato che i personaggi di questa nuova epoca siano gli stessi di quella precedente. Ecco quindi che i volti che parlano di 8 Marzo (maschili e femminili) non sono cambiati granchè.
Uniche new-entries le donne del governo Monti, le stesse che hanno riportato il concetto di background necessario per diventare ministro della Repubblica dalla tanta buona volontà giovanile con un filo di sex-appeal alla competenza.
Il rigore Montiano, per molti critici un rigor mortis, ha riportato tutti in una dimensione asciutta, quasi conventuale. Si punta al sodo. Niente grilli per il capo. Bando alle ciance. Ed è merito anche delle donne di Monti
Ed ecco che forse, per quest’anno, si riuscirà a non vedere un servizio in un qualche tg in cui si disquisirà sullo “spogliarello maschile sì o no?“, di “8 Marzo festa solo commerciale?“, di “donne che vanno rispettate tutto l’anno, non solo oggi” e del prezzo delle mimose.
E mi sembra giusto così
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