Definirmi sconvolto sarebbe eccessivo; “piacevolmente sorpreso” è però la definizione giusta per la sensazione che ho provato durante e dopo la mia partecipazione di ieri sera al dibattito alla festa PD di Camucia. Ero lì a fare il moderatore, termine d’uso comune di cui stento a capire il significato; direi che più che altro ero lì a fare le domande. Ospite Francesca Puglisi, la responsabile nazionale del PD per quanto riguarda il settore scuola. Una che non è parlamentare, non ha fatto il ministro, ma fa parte del partito, della sua segreteria nazionale ed è incaricata di seguire il settore pubblica istruzione coordinando il lavoro tematico. Un punto di vista e un lavoro diverso, quindi, rispetto a chi finora mi era capitato di intervistare.
La mia sorpresa deriva dal fatto che la presenza del pubblico e soprattutto la voglia di partecipare è stata ben oltre quelle che potevano essere le mie più rosee previsioni. Alta anche la qualità degli interventi, delle domande e delle osservazioni. Professori, genitori, personale non docente, perfino studenti. Una serata vivace e piacevole, un dibattito utile.
E’ evidente che la scuola tira e nel paese reale è un tema sentito davvero tanto, per quanto poi non riesca invece a emergere nel paese che ci raccontano tv e media. E’ un micro-cosmo che pulsa in tante piccole esistenze quotidiane, che vive in stanze chiuse e si regge sull’impegno di tanti, ma poi resta chiuso nelle aule, non viene fuori. Scuola non è solo educazione e istruzione, ma è anche occupazione. E’ anche un costo per le famiglie, come pure una grande risorsa e una base di partenza per il futuro del paese.
Alla gente la scuola interessa anche se non passa mai in tv, se non per qualche scontro a qualche manifestazione di studenti verso Ottobre-Novembre.
Ed ecco i dati di fatto emersi dal dibattito:
– la scuola, se contasse solo chi la fa, probabilmente funzionerebbe bene e non avrebbe quella patina di vecchio e fuori dal tempo che spesso ha. Ma nonostante tutto riesce ancora a riempirsi di eccellenze. Questi sono i veri miracoli italiani.
-la riforma Gelmini invece di fare chiarezza ha complicato le cose. Questo almeno a sentire gli addetti ai lavori. Il Ministero sembra un monolite stile Odissea nello spazio, ogni realtà è allo sbando e ogni Preside s’arrangia come può. Perchè anche la riforma precedente, quella Berlinguer, quella del centrosinistra, quella dei Presidi Manager, non è andata come doveva andare.
-il centrosinistra ha molto da lavorare, e deve farlo anche in occasioni come queste, a contatto con la gente, per far dimenticare i passi falsi dei due anni di governo Prodi. Quel che manca è il recupero della credibilità. La gente inizia a crederci e ascolta attentamente i “dieci punti” del PD sulla scuola, ma poi si ricorda i soldi alle scuole private. Magari è un ricordo impreciso, che con le parole della politica può essere sfumato in altro, ma è un ricordo che resta. La gente chiede una promessa per quando il PD sarà al Governo che sa di giuramento, di patto fra galantuomini. Quando andate lì mi raccomando fate davvero quello che dite adesso. Tanta parte di quella che un tempo si chiamava la base ha ancora voglia di pensare a una sinistra che governa meglio della destra, anche se l’antipolitica è sempre più vicina. Una tentazione sempre più forte.
Ad ogni modo la lezione di questa serata è una sola: con la scuola probabilmente non si vincono le elezioni. Ma è un tema profondamente sentito. La gente ci tiene ancora. Quindi, cara politica, comportati di conseguenza.