Accogliamo con favore, in questi giorni, l’impegno delle nostre amministrazioni comunali per recuperare l’attenzione al tema ambientale e della raccolta differenziata. Si tratta di piccoli passi che segnano però una sterzata palpabile che si spera possa portare a dei risultati concreti in futuro. Si torna ad aderire a ‘Puliamo il mondo’, l’iniziativa di LegAmbiente importante per sensibilizzare ed educare le nuove generazioni a un diverso rapporto con la natura e la produzione di rifiuti e si lavora per riuscire, nelle maglie di piani industriali cogenti, a ottimizzare il servizio di raccolta e smaltimento.
Tanto c’è da fare, ma emerge quantomeno un po’ di buona volontà e l’intenzione di cercare di colmare un ritardo che con gli anni è diventato gravissimo. Forse, finalmente, anni di ragionamenti e appelli dimostrano di essere serviti e si potrebbe finalmente arrivare a dare un verso a una matassa che piano piano è andata sempre più complicandosi, portando a risultati imbarazzanti.
Il problema è che proprio ora che emerge la buona volontà di chi amministra “in basso” sembra che in alto si voglia andare in tutt’altra direzione. Le polemiche di queste ore sullo ‘Sblocca Italia’ prospettano uno scenario in cui la raccolta differenziata rischierebbe di diventare una specie di parente povera di fronte alla logica del potenziamento degli inceneritori
Il ragionamento pare dettato esclusivamente da una logica di costi: costa fare la differenziata, costa tenere inceneritori accesi a regimi bassi e con pochi rifiuti da bruciare, costa spostare rifiuti per bruciarli in altre aree d’Italia, costa doverli portare addirittura all’estero perchè non si riesce ad avere un’autonomia impiantistica. Per tutto questo, piuttosto che cercare di produrre meno rifiuti e di riciclarli in sempre maggiore quantità, si sceglie di fare l’esatto opposto, ossia bruciarne di più. Il motivo? Semplice: perchè, nel breve periodo, tale scelta costa meno e porta risultati più immediati
Sarebbe questa l’ennesima riprova del sempre più evidente contrasto di intenzioni fra livello “basso” e “alto” della politica, coi Comuni che spingono da una parte e la corrente più forte, quella delle politiche governative, che travolge tutti andando in direzione opposta.
Davvero non c’è altra soluzione per l’Italia del futuro? Perchè tutto sembra portare verso uno scontro sempre più netto fra livello locale e livelli nazionali, con Sindaci trasformati in Don Chisciotte e governanti incapaci di capire le esigenze delle singole comunità?