Come ampiamente anticipato il primo Presidente della “nuova” Provincia di Arezzo sarà l’uscente Roberto Vasai. Lo ha deciso la Direzione Provinciale del PD scegliendolo come candidato ufficiale del partito alle elezioni del 12 Ottobre, un’investitura che significa elezione certa, visto il metodo di voto per grandi elettori (tutti i consiglieri comunali) che garantisce ai “democratici” il peso necessario per una sicura affermazione. Fra 3 settimane, quindi, i grandi elettori dovranno solo ratificare una decisione già presa e l’unica incognita rimasta sarà decidere la composizione del Consiglio Provinciale e quanto spazio avranno le minoranze e le territorialità
Il dubbio che permane, in attesa di novità dal Governo e dal Parlamento, è sul futuro della Provincia stessa: per ora ha mantenuto inalterate le sue funzioni, le sue competenze e il suo apparato (che in molti campi, in questi anni, ha dato prova di grande efficienza). Sembra però che la soluzione sia solo temporanea e rimanga in vita l’obiettivo di cancellare definitivamente le Province, anche se non sono state annunciate scedenze temporali precise.
Vasai ha quindi davanti la prospettiva di 4 anni da Presidente, con le uniche novità di doversi adattare a una riforma che lo lascia senza stipendio, senza assessori, con un Consiglio ridotto nel numero dei componenti e delle funzioni, eletto in modo indiretto e composto esclusivamente da consiglieri comunali che cumuleranno quindi due incarichi
Non è evidentemente un compito facile e proprio per questo la scelta di confermare Vasai, presa in modo unanime dal partito di maggioranza relativa, nasce da una serie di motivazioni logiche, oltre agli inevitabili calcoli poltiici.
A pesare è stata probabilmente la grande situazione di incertezza che riguarda tutti gli enti locali. Per questo si è creduto conveniente che una persona che si trova da 5 anni a guida di un ente (dopo 10 in cui era stato assessore) continui a tenerne le redini, anche se con un ruolo diverso e ridimensionato. E’ evidente che tale scelta non segue molto l’intenzione di fondo del legislatore, che prevedeva l’elezione di un Sindaco e lasciava la conferma dei Presidenti uscenti solo come eccezione, ma evidentemente è stata valutata meno conveniente l’altra opzione, cioè quella di mettere un primo cittadino, già abbastanza impegnato per le sorti del proprio Comune, in un ruolo che richiede tempo e in una situazione sconosciuta e tutta da imparare
In più, come detto, ci sono i calcoli politici contingenti: Vasai, valdarnese, è un uomo d’esperienza e nel PD ha sempre rappresentato posizioni abbastanza autonome. E’ un renziano “della seconda ora” (arrivato molto tempo prima delle successive conversioni di massa al Renzismo) e nello scacchiere di equilibri interni al PD, in vista anche dei prossimi appuntamenti (Elezioni Regionali e Elezioni Comunali ad Arezzo) è una scelta abbastanza neutra.
Vedremo se il PD, con le sue liste, sarà in grado di garantire rappresentanza adeguata ai territori nel futuro Consiglio provinciale, e se le minoranze sapranno incidere riuscendo a ritagliarsi un proprio ruolo