L’edizione numero 6 del Cortona Mix Festival si è conclusa col bel concerto dei Baustelle. Mentre gli organizzatori si dichiarano soddisfatti (un po’ troppo?) e annunciano già le date della prossima edizione (stessa settimana, dal 18 Luglio 2018, con la conferma della versione accorciata a 5 giorni) tentiamo di fare una summa di quello che s’è visto e sentito e, se possibile, di dare un’opinione lontana dalle polemiche strumentali e/o dalle celebrazioni ritualistiche
*** #1 ***
Prima di tutto va detto che la parte “letteraria” ha funzionato ancora una volta molto bene, beneficiando anche della riduzione a 5 giorni che si è rivelata capace di dare ulteriore compattezza. Gli appuntamenti di Sant’Agostino sono ormai una bella abitudine, il seguito è notevole e i contenuti e i personaggi sono interessanti.
In questo senso il Mix, come festival culturale, svolge bene il proprio ruolo.
*** #2 ***
Un’altra cosa è la dimensione di massa e come gli eventi serali, quelli di Piazza, sono stati recepiti e giudicati. Da questo punto di vista è indubbio che in giro per la città e sui social si siano ascoltati e letti parecchi apprezzamenti, ma il livello della polemica (che comunque, fisiologicamente, su Facebook e sulla Piazza è sovrana) sia stato più alto degli anni passati.
A offrire argomenti è stato prima di tutto il clima di stretta poliziesca, risultato delle nuove disposizioni più rigide dei Prefetti nel post-fatti di Torino. Ciò ha complicato molto le cose a chi organizzava, imponendo nel contempo ai commercianti il rispetto di regole davvero difficili da conciliare con le loro attività.
Vedersi materializzare improvvisamente la Polizia Municipale in servizio di notte, intenta a “fare verbali” per l’uso di bicchieri di vetro, è oggettivamente qualcosa di spiacevole. Soprattutto perchè la PM di notte non si vede mai… e sarebbe invece bello vederla più spesso, magari intenta anche in altre attività (tipo prevenire la sosta selvaggia).
*** #3 ***
La riduzione delle capienze di Piazza Signorelli è poi un problema che limita anche le possibilità per i prossimi anni: passare da 2000 posti in piedi a 1200 (e da 1200 a 800 per i posti a sedere) è veramente un brutto colpo.
Su questo si è innestata la serata (“storta” per il numero di presenze, ma il concerto era molto bello) di Bob Geldof e i Boomtown Rats,
Fra l’altro Geldof è stato anche “mal giocato” con il conferimento delle Chiavi della città: idea ottima, ma probabilmente decisa all’ultimo momento e per questo realizzata in modo approssimativo, con la sala consiliare vuota (mancavano perfino la gran parte degli Assessori e Consiglieri Comunali…), un clima di grande fretta e due paroline alla meglio del Sindaco. Si poteva organizzarla diversamente e onorare in modo più degno il personaggio.
Le serate successive (Weinberg, Piovani e i Baustelle) hanno rimesso le cose a posto, ma non devono spingere ad archiviare velocemente le polemiche stesse che, seppur spesso becere e superficiali, sono il sintomo di qualcosa che è migliorabile.
*** #4 ***
A mio avviso è arrivato il momento di pensare davvero se un’aggiornata alla formula, per quanto riguarda gli eventi serali di Piazza, sia opportuna.
Siamo arrivati al punto che, col budget spendibile, si deve stare in una fascia di artisti con un certo costo (intorno ai 15/25mila euro) che talvolta possono anche rivelarsi deludenti sul piano dell’afflusso di pubblico. Serve molta intuzione, ma anche molta fortuna. E’ un giochino non semplice.
Il problema è anche storico, di collocazione del “brand” e di obiettivi di fondo. Il Mix nacque con certe finalità: in cerca di qualità, pubblico e innovazione. Nella seconda edizione si giocò l’arma segreta di Jovanotti, spostandosi verso il pubblico di massa, categoria alla quale non fu più possibile gli anni successivi offrire qualcosa di appetibile, perchè era semplicemente impossibile.
Ricollocarsi sulle posizioni precedenti è stata dura ed è rimasta l’ambizione frustrata di essere veramente grandi. Un’ambizione che a mio modo di vedere sarebbe il caso di far tornare in vita. Altrimenti si rischia la stagnazione e, per certi versi, la ritualità che è la prima avvisaglia della noia.
*** #5 ***
Siamo sicuri che chiamare un mega-mega big, magari con un biglietto ad alto costo vendendo l’unicità di Piazza Signorelli, oppure come unico evento serale è un’idea folle? L’idea mi è balzata in testa più volte in questi giorni, ma certo la limitazione a 800 posti seduti non aiuta.
*** #6 ***
Per il resto, non volendo inserirmi nella solita cieca e inutile battaglia social fra detrattori (fra cui eccellono quelli del “Ce vòle il Direttore Artistico“, proposta che avrebbe perfino senso, ma è divenuta una frase fatta ad uso e consumo di chi parla senza conoscere) e osannatori mi permetto di riciclare enfaticamente un mio pensiero Facebookiano di due giorni fa:
Il problema di Cortona non sono i gufi o i polemici a prescindere, certo disprezzabili poiché superficiali, impreparati, senza idee, ripetitivi e animati solo da volontà di strumentalizzazione, ma piuttosto chi manca di rispetto alla città…
Tipo:
– chi utilizza Cortona come strumento di guadagno, una vacca da mungere, tipo i predoni
– chi la usa come palcoscenico personale, spesso cosi maldestramente da ottenere l’effetto opposto
– chi crede di poterla rappresentare e di poterne parlare, ma non la conosce e a ciò aggiunge anche una generale e diffusa ignoranza
– il mancato equilibrio nel far rispettare le regole, con passaggi repentini da stato di anarchia (360 giorni all’anno) a stato di polizia (5 sere d’estate)
Alla prossima!