Premiare il Coraggio, premiare l’Umiltà, premiare l’Impegno. Tutte lettere maiuscole, e non per caso. Ha fatto notizia, nonostante l’estate e nonostante il circo mediatico tenda a rincorrere ben altro, l’idea del Circolo PD di Chianacce col premio “Il coraggio che manca”. A me è piaciuta, come è piaciuta a tanti. Quando mi è stato chiesto di partecipare come moderatore al dibattito con Debora Serracchiani ho accettato volentieri: non ho pensato alla politica e alle bandiere, e nemmeno a quel simbolo del PCI che ancora campeggia orgoglioso di sè sulla porta del circolo.
Ho pensato ai valori e alle parole di fondo. E mi è piaciuta l’apertura mentale che stava alla base. …E meno male che dicono che alla Chianacce sono dei bolscevichi.
Un premio ai piccoli-grandi uomini (e donne) quindi. Quelli che lo fanno per gli altri. Poco conta in quale ambito, sia esso la politica, l’associazionismo o il volontarito. Un premio a quelle Storie di tutti i giorni che non fanno notizia, ma sono le uniche che contano.
Mi sa che altrove, finora, non c’aveva pensato nessuno. Quei bolscevichi delle Chianacce sono i primi in Italia ad averci pensato? Non lo escluderei. Bravi.
Per la cronaca a vincere sono state le donne del PD di Foiano, vittoria che ha un significato visto che il 2011 è stato anche l’anno delle donne, di un ritrovato protagonismo di genere “dal basso”. Ma il quadro dei nominati, provenienti da tutta la provincia, era molto significativo: c’era chi fa politica (il militante “di lungo corso”, come il cortonese (d’adozione) Natale Bracci, il giovanissimo, le donne ecc ecc), chi amministra una comunità locale, chi si distingue nel volontariato ecc ecc.
La Serracchiani, che il coraggio lo sfoderò nell’ormai storica “sparata” in quell’assemblea dei circoli dove ne disse quattro a tutto il gruppo dirigente, nel dibattito qualcosa di coraggioso l’ha detto: ha parlato di primarie nel PD anche per le candidature al parlamento, di una logica di alleanze nel centrosinistra che non può essere quella di un album di figurine, di proposte del PD forti sulla riduzione dei costi della politica e la riorganizzazione complessiva dello stato. E poi ha parlato di un codice etico per una nuova questione morale. Da imporre senza sconti.
Ci sarà il Coraggio, sempre quello, di tradurre tutto questo in realtà?