“Perdi anche quando vinci“. Mi permetto di citare un caro amico romano per sviluppare un tema di cui si parla molto in questi giorni. Slot machines, ma anche tutto ciò che è pubblico e coinvolge comunque il gioco (dai gratta e vinci alle lotterie, passando per tutti i succedanei). L’amico cita numeri enormi riguardo proprio alle slot e alla sua città (294 sale gioco, 50mila slot machine, 200 mila romani vittime della ludopatia, 1 miliardo e 700milioni di euro il giro di affari a Roma, 86 miliardi in tutta Italia) e sono convinto di quanto, pur in assenza di cifre precise, anche in Valdichiana il fenomeno sia in espansione, per non parlare di tutto ciò che, anche se in modo perfettamente legale, riguarda i giochi “casino” on line e tutto il resto
Se l’iniziativa privata (ripeto: perfettamente legale) ha poco da essere criticata proprio perchè rispetta la legge, sul ruolo pubblico ho molti dubbi.
Prima di tutto perchè credo che sarebbe opportuno divulgare in modo trasparente e preciso quanti soldi entrano annualmente dai vari superenalotti, gratta e vinci e compagnia bella dicendo anche dove vanno a finire, cioè dove vengono spesi e come.
Chi perde alla lotteria in Inghilterra, tanto per fare un esempio, sa che i suoi soldi servono a finanziare i musei. Una consolazione non da poco, visto anche che poi nei musei inglesi (National Gallery, British, due museini direi non da poco…) si entra GRATIS. Qui da noi è vero che ogni tanto qualcuno vince, si porta a casa una fraccata di soldi e la sua vita cambia. Ma in fin dei conti perdiamo sempre tutti. Non siamo il Sud America, dove sulla febbre del gioco si sono retti per anni i governi, ma non siamo nemmeno l’Inghilterra. La battaglia, quindi, è ancora tutta da combattere.
Per tutto il resto, per gli effetti sociali della “febbre del gioco” siamo sicuri che non si può fare proprio nulla?
Un quadro generale e statistico, anche per la nostra vallata, sarebbe sicuramente utile. Vi sono alcuni studi, ma tale attività va incentivata. Capire quanti soggetti ci sono “rimasti sotto” e trovare nuovi strumenti di intervento è una soluzione necessaria. Poi si potrebbe aderire al Manifesto dei Sindaci per la legalità contro il gioco d’azzardo. L’ha fatto Lucignano. E ancora, intervenire utilizzando gli strumenti legislativi comunali; lo Statuto, i regolamenti, le ordinanze. Su tutto questo finora l’attenzione è stata zero, anche perchè si tratta di una realtà sommersa che non capita mai sotto gli occhi, e probabilmente non fa notizia. Ma forse è arrivato il momento di cambiare mentalità