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Il delitto di Perugia e le domande che nessuno si pone

Tema del giorno, ovviamente, l’assoluzione di Sollecito e Amanda per il delitto di Perugia. Un ringalluzzito Vespa ci fa la seratona e su Facebook fioccano i giudizi dei milioni di opinionisti. Sembra di essere nel periodo dei mondiali di calcio: ognuno dice la sua in questo nuovo spazio di sfogo personale. Ognuno di noi comuni mortali si ritaglia un quadretto di fama in questo colorito mondo di forcaioli con la sentenza in tasca (Colpevoli!!! Sentenza vergognosa!!!), dietrologi anti-americani (la sentenza è stata pilotata dalla CIA!!!), pietisti (il povero Rudy, ancora in galera!!!).

Nessuno però si fa la domanda più importante: come sia possibile che per un delitto si venga prima condannati, poi assolti, e la vicenda però continui e non si escludano nuovi gradi di giudizio e nuove sentenze in un calvario che forse proseguirà ancora per qualche anno.

Questo gioco di colpi di scena certo non favorisce la sensazione che si possa arrivare in tempi brevi ad una giustizia giusta, che alla fine è l’unica cosa che dovrebbe interessare.

Con tutto il rispetto degli inquirenti, dei giudici e del nostro sistema giudiziario gli interrogativi, leciti, ci sono anche se tutto si è svolto nell’assoluto rispetto di procedure e regole e di sicuro non si poteva fare meglio di così.

Ha senso che una sentenza possa ribaltare totalmente quella precedente? Accade anche all’estero? Accade anche all’estero che per lo stesso reato vi siano percorsi processuali diversi e che possa succedere che chi è stato ritenuto colpevole resti tale mentre chi altrettanto era stato giudicato colpevole diventi invece innocente?

Viene da pensare che gli elementi in mano ai giudici siano talmente pochi e poco chiari da offrirsi a interpretazioni così diverse da risultare addirittura opposte. Questa è una mancanza che dovrebbe far pensare, e sulla quale il paese dovrebbe interrogarsi. Non siamo riusciti, neanche stavolta, ad avere un colpevole. C’è lavoro per tanti rotocalchi pomeridiani e notturni della nostra tv, ma la poveretta è morta e l’unica cosa sicura che sappiamo è che non è morta dal freddo.

Michele Lupetti

Colui che nel lontano 2006 ideò tutto questo. Fondatore e proprietario di ValdichianaOggi, dopo gli inizi col blog "Il Pollo della Valdichiana". Oltre a dispensare opinioni sulle cose locali è Beatlesiano da sempre (corrente-Paul Mc Cartney), coltiva strane passioni cinematografiche e musicali mescolando Hitchcock con La Corazzata Potemkin, Nadav Guedj con i Kraftwerk. I suoi veri eroi, però, sono Franco Gasparri, Tomas Milian, Maurizio Merli, Umberto Lenzi... volti di un'epoca in cui sarebbe stato decisamente più di moda: gli anni '70

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  • Intanto in questo bailamme mediatico/processuale mi ha colpito la ferma dignità dei familiari di Meredith, non riavranno la loro figlia, ma non cercano vendetta ed hanno avuto fiducia nel nostro sistema più di altri. Non era facile per una giuria fatta di gente comune, non di tecnici, disticarsi in mezzo a prove, anlisi, metodi più o meno scentifici spesso in contrasto trà loro. Considerando che gli stessi periti non hanno saputo dare prove provate, la classica pistola fumante, i giurati hanno assolti gli imputati con formula piena. L'articolo ci dà però modo di riflettere sul nostro sistema giudiziario, sistema farraginoso con processi che durano decenni, segreti istruttori che poi tanto segreti non sono, magistrati (alcuni) più interessati ad apparire in tv che fare giustizia, anche se poi la giustizia non sempre fa rima con legge. Però anche se da migliorare il nostro sistema giudiziario/penale NON UCCIDE L'IMPUTATO IN NESSUN CASO! Mi sembra fuori luogo lo sbraitare a cui abbiamo assistito dagli States, addirittura giudici che parlano di sistema medievale, loro dove un risarcimento miliardario può far scampare alla galera! Suvvia da chi applica la pena di morte sistematicamente non possiamo accettare morali di questo tipo!

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Michele Lupetti

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