Nei giorni passati si è compiuto un passo molto importante che riguarda il lungo e intricato percorso della riconversione della ex-Sadam. I Sindaci della Valdichiana, riuniti tutti insieme a Castiglion Fiorentino, hanno infatti raggiunto un significativo accordo sulla firma di un documentoi cui contenuti vanno palesemente nella direzione di “frenare” il progetto presentato da Power Crop. Di fatto è la vittoria del “No”, un “No” che non viene dato a prescindere come troppe volte si era sentito in passato da parte di altri soggetti, ma analizzando i contenuti del progetto stesso.
La presa di posizione dei Sindaci, che di fatto replica e amplifica la posizione contraria assunta nei mesi scorsi dalla nuova giunta del Comune di Castiglion Fiorentino, è un momento di svolta molto importante e viene, secondo me giustamente, da molti interpretata come un “de profundis” per il polo di produzione energetica o per lo meno come l’avvio di un accurato ripensamento.
Non è ancora detto che finisca così, ma c’è un esempio importante e recente: il progetto del nuovo elettrodotto Terna fra Valdarno e Valdichiana (fino a Monte San Savino), che su iniziativa unitaria proprio dei Comuni coinvolti, è stato attentamente esaminato sul tavolo prima della Provincia di Arezzo, poi della Regione Toscana: in entrambi i casi ne è uscito un parere sostanzialmente negativo. L’effetto-domino arriverà anche per il progetto di Power Crop?
Il grande problema che resta è però l’assenza di un progetto alternativo: per l’area ex-Sadam, per i suoi dipendenti e per la ripresa occupazionale in Valdichiana in generale.
Proprio la mancanza di idee buone che limita ormai da anni la nostra economia se combinata con la crisi diventa un mix pericoloso e ci tiene in un drammatico stallo. E’ quindi necessario immaginare uno sviluppo nuovo e coordinato per la nostra vallata, certo nel rispetto del territorio e certo partendo con saggezza dal meglio che abbiamo a disposizione: questo è il prossimo passo che a questo punto i nostri amministratori, in modo unitario, sono chiamati a dare. L’unità di intenti trovata adesso va quindi mantenuta per cominciare a dare non solo dei “No”, ma anche qualche “Sì” in direzione di qualcosa di utile davvero
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"un "No" che non viene dato a prescindere come troppe volte si era sentito in passato da parte di altri soggetti, ma analizzando i contenuti del progetto stesso".
Neppure i precedenti "no" erano dati a prescindere ma erano la risultanza di evidenze scientifiche e ambientali ormai note e alla portata di tutti.
Non sono i progetti a cambiare, ma gli uomini: tira un vento nuovo in Italia, che coinvolge anche la politica e , di conseguenza , le amministrazioni. Meglio tardi che mai, ma quanta fatica costa il trionfo dell'evidenza
La legge sulle riconversioni prevede la presentazione di più progetti alternativi: questo non è avvenuto perché non ci sono le capacità e le volontà per fare vera impresa. Il sistema incentivante italiano, con tariffe doppie rispetto ad altri Paesi, rende più conveniente essere "prenditori" piuttosto che imprenditori.
Che fine hanno fatto i milioni di euro stanziati per la bonifica del sito dell'ex zuccherificio? Bonificare la zona avrebbe sicuramente rappresentato per i cassaintegrati una opportunità occupazionale valida e sufficientemente duratura, in attesa di progetti alternativi. Ma si è preferito smontare le strutture e lasciare la zona nel degrado più totale. Che fine faranno quegli ettari di terreno? E nella malaugurata ipotesi che la centrale si faccia, cosa ne sarà di quell'area quando, allo scadere dei 15 anni d'incentivi,
tutto si fermerà ? Non è fantascienza ma ipotesi contemplata nel progetto, che sin da ora prevede per la centrale un ciclo di vita pari al perdurare degli incentivi. Ci ritroveremo punto e a capo...soldi spariti e i cocci alla comunità! Buone Feste a Tutti.