Sui giornali locali leggo del “sorpasso” ormai imminente dei Mercatini Internazionali di Arezzo rispetto alla perugina Eurochocolate. 270 mila presenze (eh???) è la cifra glorificata dal revanscismo aretino per quello che è stato senza dubbio l’evento dell’anno (…) che secondo la stampa locale riporta Arezzo al passo della sua tradizionale rivale umbra. In effetti dopo anni di trionfi umbri e mezze delusioni aretine la remuntada sta finalmente giungendo al termine: merito forse di qualche aiutino mediatico (la distruzione dell’immagine di Perugia città tranquilla operata nel post-omicidio Meredith) e soprattutto delle Associazioni di Categoria aretine (ormai rimaste le sole a promuovere qualcosa di mainstream) che hanno trovato la formula migliore per fare il botto e hanno creato davvero un maxi-evento
Dei mercatini ne hanno parlato tutti, qualcuno anche male, ma poi anche quel qualcuno c’è andato. Qualcuno si lamentava delle code, ma poi l’ha fatte. Qualcuno diceva che la roba costa troppo, ma poi quel panino al wursterl e crauti se l’è mangiato lo stesso. E le crepes olandesi hanno accontentato anche i non cicciai.
Se l’Umbria è rimasta fedele alla sua kermesse la parte aretina che di solito un salto nella città del Grifo ce lo faceva ha preferito il Mercato Internazionale (comunque a Perugia andrà domenica prossima). Quello del rocchio tedesco e affini è stato un virus a tutto campo e per tutte le età, a cui nessuno o quasi è riuscito a resistere: la consacrazione del magnare come soluzione migliore per passare una serata, del ci vanno tutti ci si va anche noi, ossia la clonazione delle azioni altrui come regola che ti semplifica la vita, dell’approcciarsi alle altre culture e al mondo partendo dai bisogni primari e dal lato pittoresco/cartolinistico
Sarebbe da scemi, di fronte a un tale planetario successo, mettersi a fare lo snob. Sapete bene che a me questi eventi non piacciono e che se devo spendere 10 euro per una paella preferisco, con quella cifra, comprarci un disco. Io mi alimento in quell’altro modo (i rocchi e i wursterl me li cucino da solo, spendendo molto meno), ma questi eventi ci devono essere perchè una città ha bisogno anche del mainstream per sostenersi e in assenza di altre soluzioni il botto bisogna comunque cercarlo. Il problema è quando ci sono solo queste cose qui… un discorso vecchio che ho fatto tante volte e che non mi va di ripetere all’infinito.
L’unico dubbio che mi viene riguarda questo ossessivo spingere sul “sorpasso” a Perugia. Se infatti il Perugino sostanzialmente si disinteressa di Arezzo e vive di rivalità territoriali esclusivamente con Terni l’aretino ce l’ha con Siena, ma soprattutto con Perugia.
L’idea del “sorpasso“, aldilà del film con Gassman (che certo non ha un lieto fine, visto che il sorpasso del titolo risulta fatale), mi ricorda gli anni ’70 e l’analogo “sorpasso”, anche quello dato per imminente, del PCI alla DC. Speriamo non finisca allo stesso modo: vedendo a quasi 40 anni di distanza i destini del PD, in cui la parte ex PCI è finita colonizzata dagli ex democristiani, non vorrei ritrovarmi con Arezzo in provincia di Perugia
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