La riconoscenza di una comunità verso chi l’ha amata e ha contribuito a farla grande è un dovere civico. Per questo la targa apposta ieri nei giardini del “Poggio”, che d’ora in poi porteranno il nome di Don Antonio Mencarini, è un giusto tributo a un uomo che ha segnato la storia della città etrusca.
Don Antonio merita che ci sia un posto “suo” a Cortona, ancor di più nel “suo” Poggio, per innumerevoli motivi. Sono convinto che ogni nostro concittadino, se dovesse spiegare perchè gli voleva bene (e gli abbiamo voluto bene tutti), darebbe una risposta diversa.
Ci vorrebbe un’enciclopedia per cercare di far capire ai non cortonesi quanto è stato importante Don Antonio per noi, ma con il doveroso rispetto, visto che purtroppo ai giornalisti compete la sintesi, provo a stare in poche righe e vi dico quali, secondo me, sono state le due qualità più grandi di Don Antonio.
La prima è che amava tutti, senza distinzione alcuna. Bianchi, neri, rossi, gialli, credenti o non credenti… per lui tutto questo non contava.
La seconda è che trasformava quest’amore sconfinato per la sua gente in realizzazioni concrete, buone per tutti, raggiungendo traguardi che altri avrebbero creduto impossibili. Il suo è stato un impegno spasmodico fatto di coraggio, testardaggine, senso del dovere, sacrificio assoluto e soprattutto consapevolezza profonda della sua missione; tutto questo produceva risultati utili non solo per i singoli, ma per la collettività.
Intere generazioni di cortonesi possono dire che è grazie a Don Antonio se hanno imparato i valori veri della vita, la bellezza dello stare insieme, se hanno potuto fare sport o togliersi la soddisfazione di vedere il mare grazie al campeggio da lui creato a Vada.
Senza Don Antonio Cortona sarebbe stata molto diversa. Sicuramente molto meno bella. Per questo è un nostro dovere dirgli GRAZIE
Le foto di Roberto Pinna