Nella politica dei grandi annunci e delle riforme fondate sulla volontà di fare per dire che s’è fatto piuttosto che di fare bene rischia di rientrare un’altra proposta piccola, certo non paragonabile alla riforma delle Province per dimensioni e rilevanza, ma che per i nostri territori potrebbe risultare ugualmente carica di effetti, non necessariamente positivi
Il 13 agosto di quest’anno il Parlamento ha infatti delegato il Governo a emenare norme per ill “riordino delle funzioni di polizia di tutela dell’ambiente, del territorio e del mare, nonché nel campo della sicurezza e dei controlli nel settore agroalimentare, conseguente alla riorganizzazione del Corpo forestale dello Stato ed eventuale assorbimento del medesimo in altra Forza di polizia (…) assicurando la necessaria corrispondenza tra le funzioni trasferite e il transito del relativo personale“.
E’ apparsa da subito chiara la volontà (generica e tutta da normare) della soppressione del Corpo Forestale dello Stato, facendo assorbire il personale da un’altra forza. Pare (e questo è solo un ‘sentito dire’) che essa siano i Carabinieri, nei quali i forestali avrebbero un loro reparto creato ad hoc, mantenendo quindi le loro competenze
Se un intervento riformatore nel settore delle forze di polizia in generale è indubbiamente auspicabile c’è però da stare attenti, al momento di scrivere la legge, a non peggiorare la situazione.
A destare dubbi non solo è il traghettamento degli attuali agenti della forestale allo status di militari, con probabile sequela di ricorsi più che legittimi, ma anche il rischio di disperdere comunque, nella riorganizzazione, la forza umana, di mezzi e sedi di un ente deputato in maniera specifica a mansioni quali la tutela delle risorse naturali e ambientali. Gli appartenenti al corpo sono caratterizzati da un alto livello di specializzazione poichè, per le mansioni che ha, il forestale è un operatore di polizia con spiccate conoscenze tecniche e scientifiche
A preoccuparmi è in particolare la possibile perdita di molti presìdi territoriali. In alcune aree, ad esempio quelle più isolate e montane, il Corpo Forestale è l’unica presenza attualmente esistente, anche con proprie sedi. Una presenza che si rivela nel complesso utile anche per l’ordine pubblico.
Siamo certi che, al momento della riorganizzazione, tutte le sedi resteranno al proprio posto, semplicemente cambiando corpo di appartenenza? Oppure dovremmo dire addio a diverse stazioni con un impoverimento della presenza statale diffusa nel territorio?
Ecco quindi che viene da lanciare una proposta, la cui fattibilità ovviamente va verificata. L’idea che mi sovviene è che si potrebbero mantenere i Forestali nel loro attuale status di agenti, facendoli semmai confluire (con le loro competenze e mantenendo intatte le deleghe, che potrebbero essere trasferite dallo Stato) negli enti locali. Non farebbe ad esempio più comodo ai Comuni qualche agente di polizia municipale “speciale” con conoscenze che gli permettano di occuparsi di ambiente, ma anche di protezione civile e altro?