E’ stato davvero un bellissimo pomeriggio quello di ieri al Teatro Spina di Castiglion Fiorentino che con un “Invito all’Opera” a ingresso gratuito si è riempito di pubblico e ha proposto grande musica (alcune delle più popolari “arie” di Mascagni, Rossini, Puccini…) e bravi performer (lo straordinario pianista Eugenio Milazzo, la soprano Sara Cervasio che vedete nella foto sopra, il baritono Carlo Morini e il tenore Davide Paltretti).
Nell’occasione, con una scelta promozionale inattesa e molto intelligente, è stata presentata la prossima stagione lirica.
Si tratta di una grande novità e anche un grande ritorno, visto che il teatro castiglionese vanta una notevole tradizione in questo senso (risalente, purtroppo, a molti decenni fa!) e lo stesso Mario Spina (1927-1985) a cui il teatro è intitolato è stato un importante tenore che ha goduto di una notevole popolarità, arrivando a cantare con la Callas e essere diretto da Bernstein.
La lirica, che vedrà 2 appuntamenti (il 13 Gennaio la “Cavalleria Rusticana” di Mascagni e il 7 Aprile “Gianni Schicchi” di Puccini), fa quindi capolino affiancandosi alla già presentata stagione teatrale e a una stagione musicale che sarà ufficializzata nel dettaglio a breve e vedrà vari appuntamenti fra cui quello con Danilo Rea.
Nella generale bontà e varietà della proposta lanciata dalla pisana “CommunityNews”, il soggetto subentrato da quest’anno nella gestione del Teatro, mi preme però sottolineare con favore il ritorno dalle nostre parti della Lirica per una serie di motivi, fra i quali:
– in zona ormai da decenni è impossibile sentire l’Opera a Teatro, intendo l’Opera quella vera, con l’Orchestra. Trattasi di una mancanza certo additabile ai costi non certo limitati di certe produzioni e alle piccole dimensioni di buona parte dei nostri Teatri, ma che di fatto rende monca la proposta e lascia inappagato un pubblico di appassionati che, anche se ridottosi nel tempo, esiste.
– il melodramma è una delle eccellenze del nostro paese e per questo merita di essere rappresentato, promosso e soprattutto rispettato nella sua reale essenza e nel suo immenso valore storico.
– tutti i nostri Teatri erano nati a metà ‘800 proprio per ospitare l’Opera lirica, offrendola al grande pubblico e contribuendo così a renderla un fenomeno davvero accostabile al “nazional-popolare“. Per questo credo che i nostri teatri meritino, in virtù della loro bellezza e del fatto di essere stati conservati con cura, di tornare almeno ogni tanto alla loro originaria funzione.
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