Ogni anno è una conferma: la FestAmbiente di Rispescia (Grosseto), manifestazione che combina ecologia e musica, è probabilmente una delle kermesse più rilevanti di tutta la stagione. Anche quest’anno il cartellone dei concerti è notevole (qui l’elenco) con alcuni fra i migliori artisti italiani, la location è bellissima, la cura del dettaglio è quasi maniacale e soprattutto i costi sono notevolmente bassi.
8 euro per un concerto se si entra prima delle 20, 12 euro se si entra dopo, ma c’è la possibilità di acquistare ‘abbonamenti’ del genere 25 euro per 5 concerti o 40 euro per 10 concerti
Se a ciò aggiungiamo il livello delle iniziative / incontri / dibattiti in tema di ecologia e ambiente, la dimensione della “Eco – Festa” totalmente rispettosa dell’ambiente (un miraggio per le nostre mille sagre…) e il fatto che per mangiare ci sono una valanga di soluzioni tutte abbastanza economiche c’è davvero da chiedersi come tutto questo sia possibile nell’era dei Festival in cui il gratuito è sempre più una chimera, il prezzo popolare una rarità e con 40 euro al massimo ci si sfanga una serata
Mi viene da riflettere sul fatto che il sistema delle manifestazioni realizzate in spazi piccoli (es: centri storici), con troppi compromessi a cui sottostare, con eccessivi e ormai insostenibili sostegni erogati da parte degli enti pubblici, rischi di non avere un gran futuro. E con questo mi viene pure da temere che siano azzeccate alcune considerazioni pessimistiche venutemi in mente la sera del mega-concerto dell’Outlet, sorta di riedizione del ‘Festivalbar‘ d’un tempo: aldilà della dimensione più o meno nazional-popolare degli eventi proposti i pienoni (cioè le migliaia e migliaia di presenze) si fanno col “gratuito” o quasi-gratuito, perchè la gente non vuole (e a volte non può) spendere, ma bisogna associarci una certa ‘comodità’ logistica e soprattutto un mecenate o comunque un qualche soggetto che avendo tanti soldi disponibili possa permettersi di rimetterci godendo del ritorno pubblicitario e di immagine
Prima che tutto questo si avveri, piuttosto che lasciar lentamente morire quello che abbiamo, bisogna cercare di cambiare registro, innovare, prendere spunto da esempi positivi. E soprattutto attuare l’unica mossa che mi pare saggia: ampliare il numero di soggetti coinvolti nell’organizzazione degli eventi, costruire reti sempre più ampie e onnicomprensive. Per non far sentire nessuno escluso, per ricevere il contributo di tutti, per risultare anche (proprio per l’onnicomprensività) più attraenti a eventuali facoltosi e generosi “mecenati”
Si potrebbe iniziare a farlo, ad esempio, con il Comitato che promuove il Mix Festival. So che c’è l’intenzione di modificare questo soggetto, aprendolo a nuove entità e a una diversa formula. L’idea, secondo me, è buona
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Ciao Michele, ho pensato la stessa cosa più volte in questi anni, in particolare ogni volta che nel bilancio comunale c'è da destinare le misere risorse sugli investimenti o sulla cultura. Dilemma storico, ormai!! Non so se dico una panzana, ma secondo te una formula del Mix-Festival organizzata su come era organizzato Arezzo Wave allargando le iniziative anche a Camucia, Terontola o altre frazioni in modo da farlo diventare un grande festival, un pò come Umbria jazz e altri grandi festival, oltre a quello che proponi tu ? Allora, penso che potremmo coinvolgere molti più soggetti nell'organizzazione, anche perché non so se nei prossimi anni l'amministrazione comunale potrà accollarsi certe cifre!
Sul tema occore riflettere e valutare tante possibilità, fra cui anche quelle che suggerisci. Il mio articolo voleva essere proprio uno stimolo in questa direzione
Il primo dilemma da sciogliere e' Il tipo di turismo che si cerca di raggiungere, non vi è dubbio che per esempio il tuscan raggiungeva un turismo più importante cosa che il mix non riesce a fare. Detto questo nel nostro comune ci sono possibilità di coinvolgere personaggi molto importanti che se inseriti in un progetto interessante potrebbero portare a Cortona artisti di ogni genere anche nei mesi invernali a costi molto bassi. Non vi è dubbio che questa scelta vada nel senso di un turismo di qualità che porti a Cortona non solo turisti ma anche persone interessate ad investire nel nostro territorio. Credo e questo non vuol essere di critica a nessuno che il nostro comune ( a pare mio),non puo più spendere certe cifre specie per un festival che dura una settimana ma destinare queste cifre a risolvere problemi in altri settori. Un esempio di ottima resa e giusto investimento è il Cortona on the move con risultati secondo me non inferiori al mix, esempio che dimostra che con professionalità, fantasia, conoscenze si può fare molto .