“Rimbocchiamoci le maniche” era lo slogan, con tanto di foto scamiciata, di Bersani nell’anno 2011. Era Segretario del PD e cercava di dare un’identità al suo partito, buttandola sulla concretezza in attesa che cadesse Berlusconi e il centrosinistra potesse governare. Però quando a fine anno Berlusconi cadde lui a governare non ci andò, accettando la soluzione – Monti (Rigor Montis), origine ormai pressochè certa della sua susseguente ‘non vittoria’ datata 2013. Bene: con sorprendente nonchalance lo stesso identico “Rimbocchiamoci le maniche” è ora il titolo di una fiction di Mediaset (…) in cui un’ancora piacente Sabrina Ferilli (…) con l’ormai consueta aria da Anna Magnani della serie B interpreta il Sindaco di un piccolo paesello. Avete capito bene: il Sindaco!
Tale fiction, per quanto sgangherata e involontariamente comica come quasi tutte le sue colleghe, rappresenta una novità perchè per la prima volta inserisce la politica nel “cinema” in maniera differente dal solito e senza dubbio con intenti nobili.
Il primo messaggio di fondo è che la politica fatta ai livelli più bassi non per forza deve significare corruttele, poteri forti, trame segrete e guerre fratricide, ma può essere fatta da persone oneste, in modo sostanzialmente disinteressato, al servizio e per il bene dei propri cittadini e delle proprie piccole comunità.
Questa grande retorica è certo lodevole in un periodo come questo in cui all’anti-politica ormai sedimentata si combinano nuovi “scandali” da far impallidire la tanto vituperata prima repubblica e si inizia a utilizzare con una certa frequenza la frase: “Prima almeno rubavano per il Partito, ora rubano per sè“
Il secondo messaggio è che in fin dei conti nell’amministrare un Comune le “ideologie” contano poco, ma conta più che altro l’onestà, la voglia di fare senza alcun ritorno e soprattutto la logica, ossia la capacità di interpretare e perseguire il bene comune essendo capaci di individuare l’interesse collettivo e passando sopra alle divisioni politiche.
Se questi primi due argomenti sono in fin dei conti veri, per quanto fortemente retorici, il terzo è quello che crea maggiori problemi. E’ infatti regola imprescindibile che alla fine della puntata la Ferillona, per quanto tra mille tribolamenti, risolva sempre qualsiasi problema e faccia trionfare sempre e comunque il giusto.
Si carica quindi nuovamente il ruolo del Sindaco super-eroe esistente da qualche anno nell’immaginario collettivo, aggiungendo alla figura maschile del primo cittadino che batte il pugno sul tavolo (presente da tempo nell’immaginario collettivo già da molti anni, con epigono sparsi in vari luoghi d’Italia e anche in Valdichiana) quella della donna che, seppur con uno stile diverso e più femminile, si comporta allo stesso modo. Insomma, la concretizzazione della (orrenda) espressione “donna con le p…e“
Quella del Sindaco che se vuole risolve tutto e che, sempre se vuole, può impedire qualsiasi ingusitizia è una delle tante mitologie nate in periodi di crisi, che ha caricato i primi cittadini di responsabilità e ruoli che vanno ben oltre la realtà, esponendoli senza filtri al pubblico ludibrio in caso di fallimento.
Sarà per questo tragico misunderstanding, forse, che ormai ai primi cittadini si chiede di tutto e di più.
E sarà per questo che i giornalisti, 3 secondi dopo le scosse sismiche di mercoledì, si sono messi a chiamare in diretta tv i Sindaci. Un’operazione di cattivo gusto che ha causato anche le reazioni talvolta poco educate dei Sindaci stessi (del genere “Ora, per favore, lasciatemi lavorare“), ma che in fin dei conti è specchio di una mentalità ormai consolidata.