Mentre il PdL si appresta ad andare a Congresso, a Castiglioni come nel resto della provincia, e resta da capire in quale modo invece il PD sceglierà il nuovo Segretario (la lettera dello Statuto lo vorrebbe eletto dall’Assemblea Comunale) si è riaperto il nodo che prima o poi si sapeva sarebbe venuto al pettine: la riconversione della Sadam, ovvero la “patata bollente” di cui si discute ormai da sei anni, peraltro senza mai essere arrivati a soluzione. Ed ecco tornare sulla scena contrasti e contrapposizioni di un tempo, con alcune novità che aumentano la sensazione di trovarsi di fronte ad una situazione politica “fluida” in cui quindi non è semplice lanciare ipotesi per quelle che potranno essere le scelte dei prossimi mesi e gli agglomerati politici che scenderanno in campo alle prossime amministrative.
A complicare le cose il fatto che l’iter del progetto di riconversione stia andando avanti, ma nel vuoto rappresentativo originato dalle dimissioni del Sindaco e dall’entrata in scena del Commissario Prefettizio, figura che certo opera nell’interesse collettivo (nei limiti concessi dalla legge) ma non rappresenta l’espressione di una diretta volontà popolare.
Il PdL è stato il primo a parlare esplicitamente di referendum per la riconversione della ex-Sadam, una consultazione popolare da fondare su qualcosa di differente rispetto allo scontro visto in questi anni. Il Sì a tutti i costi e il No senza se e senza ma non hanno portato a nulla, dice il PdL, quindi proviamo a cambiare prospettiva. Essendo stato usato il termine “scontro talebano” per identificare il confronto visto in questi anni è ovvio che la presa di posizione di quel partito abbia originato una serie di risposte accese che avete potuto leggere su queste pagine. Il Comitato Tutela Valdichiana e anche Italia Nostra, che paiono essere su posizioni molto simili e non certo lontane anche dalla lista civica Cittadini in Comune, hanno teso a ricordare più che altro le 7mila firme contrarie alla centrale che (questo non viene detto, ma si intuisce) valgono molto più di un referendum, idea che (anche questa è una considerazione nostra, che nasce leggendo gli interventi) non sembra interessare granchè.
Peraltro sul Referendum fu proprio il PD, nell’era Brandiana, a non dirsi assolutamente contrario. Basta ricercare nei nostri archivi per trovare, a Maggio 2008, questa frase: “alla fine di questo percorso, coerentemente con i nostri principi di democrazia e partecipazione, prevediamo la possibilità di arrivare ad una consultazione referendaria attraverso la quale i cittadini potranno esprimere direttamente la propria volontà”
Per ora del PD, in attesa di capire che strada prenderà dopo il riassestamento interno, si può solo citare la presa di posizione di Area Democratica: “I castiglionesi hanno il diritto partecipare, di conoscere e di essere consultati su scelte importanti per il paese e per il loro futuro. Per questo è auspicabile che a prendere decisioni in merito siano un Consiglio Comunale e un Sindaco democraticamente eletti e rappresentativi della volontà di cittadini”. Quell’essere consultati lascia la porta aperta al Referendum, così come, su basi diverse, la lascia aperta l’UdC nel suo comunicato stampa.
L’obbiettivo principale da non dimenticare dovrà però essere risolvere il problema, aldilà delle convenienze politiche che purtroppo per la seconda volta torneranno in mezzo vista la nuova concomitanza fra tema-Sadam e nuove elezioni. Il referendum, quindi, potrà essere certo uno strumento possibile, ma si dovrà lavorare per cercare le soluzioni alla questione e non rinchiudere tutto in un Sì o un No.
Se infatti dovesse vincere il No a quello che per ora è l’unico progetto esistente… che si farebbe?
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su ValdichianaOggi.it di mercoledi 15 giugno 2011...12,34
la centrale a CDR NON è l'unico progetto esistente è l'unico progetto che piace alla Regione Toscana,alla provincia di Arezzo ed ai comuni di Castiglion Fiorentino e Cortona ! Si tratta semplicemente di scelte che gli amministratori attuali(domani è un altro giorno)hanno evidentemente già fatto: Si alla combustione libera ed addirittura semplificata e NO alle altre rinnovabili ampiamente regolamentate e limitate.