Ieri mattina l’assemblea della rediviva Coingas, il consorzio formato da 28 comuni aretini che è parte della più grande Estra (insieme con Consiag di Prato e Intesa di Siena), ha indicato il nome del ‘designato’ futuro presidente della multiutility a partecipazione pubblica: è quello di Francesco Macrì. Aretino, vanta una carriera politica di lungo corso prima in Alleanza Nazionale e attualmente è consigliere comunale ad Arezzo, eletto nelle liste di Fratelli d’Italia di cui è Segretario Provinciale. I sindaci presenti ieri (pari al 92% della quota azionaria di Coingas) hanno votato favorevolmente per il 52%; il 40% si è astenuto e non ci sono stati voti contrari.
In parole povere a scegliere Macrì sono stati i Sindaci di Arezzo, Castiglion Fiorentino, Anghiari, Subbiano e Monterchi (tutti riconducibili, seppur con sfumature più o meno civiche, all’alveo del centrodestra) mentre si sono astenuti tutti gli altri, sia quelli riassumibili nel centrosinistra, sia in esperienze più “variopinte” come la neonata giunta di Sansepolcro e quella di Bibbiena, che ha le sue basi nel centrodestra ma si è recentemente ‘smarcata’ in alcune occasioni
L’astensione del centrosinistra è figlia della consapevolezza di non avere i numeri per sovvertire la decisione e discende quindi dalle dèbacle elettorali che negli ultimi anni hanno portato alla perdita prima di Castiglion Fiorentino, poi di Arezzo, poi di Anghiari (oltre che di Sansepolcro e di Montevarchi, che però non è socio in Coingas). Tali dèbacle hanno notevolmente modificato i baricentri politici tradizionali, portando il centrodestra in una posizione di sostanziale comando in terra aretina che, inevitabilmente, viene alla luce in occasioni come queste
Nel contempo però tale nuova posizione di comando è stata esercitata finora dal centrodestra, che risulta in molte realtà indebolito nelle sue compagini partitiche e più legato all’influenza dei Sindaci ‘vincenti’, in modo molto ‘politico’ e tradizionale. Non si può infatti commentare diversamente la nomina di Macrì, che aldilà delle sue esperienze professionali è indubbiamente prima di tutto un politico, appartenente peraltro a una compagine che proprio in Comune ad Arezzo si è smarcata dal Sindaco Ghinelli subito dopo le vittoriose elezioni e che quindi, con questa mossa, si può pensare in qualche modo di ricondurre all’ovile.
Nulla di male nell’agire politicamente, ben venga la politica, ma certo l’operazione stona con le connotazioni ‘civiche’ sposate negli ultimi tempi da tutto ciò che è fuori dal PD, che come scrissi dopo l’ultima tornata elettorale sono alquanto di moda. Ricordiamo poi l’atteggiamento contrario che c’è sempre stato nel centrodestra aretino quando le nomine le faceva la parte opposta, con utilizzo di termini quali ‘poltronificio‘ e simili che adesso potrebbero essere tranquillamente riciclate dalla controparte.
Proprio sul ‘civismo’ più o meno realmente a-partitico e/o a-politico c’è da drizzare le antenne e osservare gli accadimenti. Non è un caso, da questo punto di vista, l’atteggiamento “non allineato” di Bibbiena e Sansepolcro che rivela una situazione molto ‘liquida’ e meno definita di quanto si può pensare, con situazioni che potrebbero essere diverse di volta in volta, man mano che arriveranno al pettine i molti nodi che legano insieme il territorio aretino e l’area vasta
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