Nei due Comuni chianini al voto (Civitella per la parte aretina, Chiusi per quella senese) zero sorprese e vittorie larghe dei candidati del PD e del centrosinistra. Significativo però l’aumento dell’astensione (ha votato il 15% in meno a Civitella rispetto al 2011, a Chiusi il calo è stato solo del 6%) e il numero di schede bianche e nulle, conferma che il disinteresse / disaffezione alla politica e alle vicende di interesse civico guadagna campo anche da noi. Aldilà di questo, comunque, c’è da sottolineare la sostanziale differenza di tendenza fra i nostri due comuni, in cui gli amministratori uscenti hanno trovato riconferma su solide basi di consenso (un po’ per merito reale, un po’ per sostanziale assenza di avversari all’altezza) e il resto del panorama locale e nazionale
Proprio sulla dimensione aretina i casi di Anghiari (centrosinistra sconfitto), Montevarchi e Sansepolcro (i candidati di centrosinistra vanno sì al ballottaggio, ma si trovano a rincorrere), meritano un ragionamento che, anche se con situazioni ovviamente diverse, può essere esteso anche alla situazione delle grandi città.
Un elemento che credo si possa cogliere è che i Sindaci uscenti, se contrastati con progetti politici adeguati e candidature di spessore, possono anche andare in sofferenza (es: Fassino a Torino, Frullani a Sansepolcro). Il limitato raggio d’azione lasciato ai primi cittadini, quindi, è deleterio in termini politici perchè non si riesce a fare tutto quello che si dovrebbe fare. Può nascere un certo malcontento che, se ben intercettato e convogliato dagli oppositori, può condurre a risultati sorprendenti. D’altronde il malessere sociale c’è sempre ed è inutile far finta che vada tutto bene. Questo ‘malumore’ di fondo inevitabilmente ricade su chi occupa le posizioni di comando. Con una frase ad effetto si potrebbe dire che il potere, in questo momento, logora chi ce l’ha.
Il secondo elemento è la sostanziale impotenza della politica che dopo essersi svuotata di contenuti ideali e avendo modificato il significato di “essere leader” riesce sempre meno a condizionare il voto. Ancor meno ci riescono i partiti, ridotti ormai (specialmente il PD) a gruppi di persone che si fronteggiano fra loro all’interno dello stesso contenitore. Ogni gruppetto, da par suo, ha nei suoi ranghi vari valvassini e valvassori, ma riesce a fare poco se non azioni che assomigliano più alla guerriglia che a un qualcosa di serio. Nelle amministrative, poi, riesce a fare ancora meno. Qualsiasi candidatura, quindi, anche se indipendente o quasi dai partiti e dai gruppetti che li popolano può fare l’exploit. Vedi Napoli, vedi Sansepolcro
Il terzo elemento è che, se i 5 Stelle ancora da noi, pur ottenendo risultati lusinghieri, non riescono a sfondare (a Roma, però, sì) il centrodestra se si presenta compatto e con una buona candidatura può dire la sua. Come fece, peraltro, già un anno fa nel Comune di Arezzo. E ora (pare) a Montevarchi
Il quadro, comunque, sarà più chiaro e definito fra due settimane, dopo i ballottaggi. A quel punto avremo qualche elemento in più per dire se nella nostra vallata sono successi episodi “non convenzionali” o se si sono avute solo degli antipasti, 14 giorni prima, di un trend ancora tendenzialmente favorevole al PD
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