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E’ ancora crisi. Che può fare un Comune?

Stiamo seguendo con apprensione la vicenda che riguarda i lavoratori di un supermercato di Camucia: i loro posti di lavoro sono a rischio e questa emergenza va ad inserirsi in un panorama certo non semplice per quanto riguarda l’occupazione e lo sviluppo nel territorio della Valdichiana. Ormai da alcuni anni, a fronte di un settore turistico che ha vissuto una fase di espansione arrivando ad occupare in modo più o meno stabile e dignitoso una larga fetta della popolazione, le altre attività produttive stanno vivendo una fase difficile.

Se il commercio in qualche modo è riuscito a tenere, grazie anche all’inventiva e alle tante iniziative poste in essere dai commercianti, è l’artigianato, insieme con il mondo delle piccole e medie imprese, che ha passato anni davvero neri, inserito in un contesto nazionale caratterizzato da difficoltà enormi (la “crisi” di cui ormai si parla da almeno 8 anni) e certo non aiutato dalle politiche governative e dalla progressiva perdita di ruolo dei Comuni.

Sul fronte politico ammirevole è stato l’impegno che sin dall’insediamento del nuovo Consiglio Comunale molti, della minoranza e della maggioranza, hanno posto per trovare non solo un sostegno “morale” a chi rischia di perdere il posto di lavoro, ma anche concreto. Su questo, per ora, pare si riesca a lavorare in modo unitario e il segnale è positivo

C’è da chiedersi però quale possa essere il ruolo che un ente pubblico come il Comune può svolgere, sia sull’emergenza Cadla che più in generale in un’ottica di riavvio dell’economia locale. In tanti, ieri, leggendo il comunicato stampa che raccontava ll’incontro degli amministratori comunali coi lavoratori mi hanno detto “ma tanto che possono fare?“. La stessa domanda, forse, se la sta ponendo anche qualche nostro rappresentante istituzionale, un po’ disorientato di fronte a una situazione indubbiamente complicata

E allora cosa si può fare?

Io credo che si sia tenuti a cercare di assumere un ruolo attivo, entrando nella questione e ponendosi come soggetto capace anche di fare da catalizzatore e tramite. Da tramite con l’azienda, affinchè si possa elaborare una strategia risolutiva, non escludendo un impegno per favorire l’individuazione di acquirenti per il punto vendita di Camucia. Da tramite e “intercessore” verso soggetti istituzionali che assicurino una copertura futura a chi potrebbe perdere il lavoro. Da tramite anche con altre aziende del territorio, nel tentativo certo non semplice di garantire una ricollocazione a chi rischia di restare a piedi. Tutto questo, però, in modo trasparente e aperto

C’è poi un altro aspetto: vero che adesso di può fare poco, ma perlomeno cerchiamo di “studiare” le vicende storiche del settore produttivo cortonese e chiediamoci se non ci sia stato qualche limite sulle scelte operate nei decenni passati. Dire che tutto va bene e che è solo colpa della crisi non ha senso. E’ evidente che, a fronte di un progressivo sviluppo dell’occupazione legata al turismo, alla presenza rilevante dell’agricoltura e all’assenza quasi totale di grandi aziende, le piccole e medie imprese non sono decollate come invece è accaduto altrove.

E’ stata fatta, anni fa, una scelta e il risultato non è stato solo la crescita turistica di cui ci fregiamo, ma anche che in Valdichiana ogni comune ha una “zona industriale” più ampia e meglio collocata rispetto a Cortona, che su questo è la parente povera. Vero che questo ha permesso adesso di contenere l’impatto della crisi che ha pesato numericamente in modo maggiore in altri Comuni dove il settore produttivo occupava più persone, ma è forse giunto il momento di prendere in considerazione le tante idee lette nei programmi elettorali al punto “sviluppo economico”. Idee buone, che paventavano nuove connessioni fra settori diversi e che ponevano un punto rilevante: il turismo non può dare da mangiare a tutti, deve esserci anche “altro”, ma esso può essere un punto che anche altri settori possono iniziare a sfruttare, più o meno direttamente o indirettamente. Si è parlato tanto di “brand Cortona”… iniziamo a pensarci davvero

Michele Lupetti

Colui che nel lontano 2006 ideò tutto questo. Fondatore e proprietario di ValdichianaOggi, dopo gli inizi col blog "Il Pollo della Valdichiana". Oltre a dispensare opinioni sulle cose locali è Beatlesiano da sempre (corrente-Paul Mc Cartney), coltiva strane passioni cinematografiche e musicali mescolando Hitchcock con La Corazzata Potemkin, Nadav Guedj con i Kraftwerk. I suoi veri eroi, però, sono Franco Gasparri, Tomas Milian, Maurizio Merli, Umberto Lenzi... volti di un'epoca in cui sarebbe stato decisamente più di moda: gli anni '70

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  • Mi complimento per l'articolo, puntuale e ricco di contenuti essendo tra coloro che proprio da questa testata ha cercato di richiamare l'attenzione dell'Amministrazione comunale su un problema dai risvolti indubbiamente pubblici come la perdita di posti lavoro. D'altronde i consiglieri hanno il dovere di dare consigli ed è quello che ho fatto nei confronti di chi ha responsabilità di governo. Per onestà intellettuale dichiaro che sono anche stato ascoltato e capito. Resto infatti dell'avviso che un Comune può sempre fare qualcosa difronte ad un problema pubblico e una trentina di famiglie che improvvisamente si trovano nella impossibilità di pagare rette scolastiche, mensa o tassa rifiuti sono un problema pubblico. Il territorio è governato dal Comune ed i protagonisti della economia e finanza, locale o importata, sono molti e nessuno può permettersi di sbattere la porta in faccia a chi rappresenta l'intera comunità. Ciò premesso non si tratta di interferire sulle naturali regole di mercato ma di costruire le condizioni per la soluzione più opportuna come tu hai opportunamente sottolineato. Il richiamo poi al più generale problema dell'economia cortonese lo ritengo quanto mai necessario visto che tutti si sono espressi in campagna elttorale

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Michele Lupetti
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