Non completo la citazione, essendo la frase messa in bocca al grande Riccardo Garrone in “Vacanze di Natale” abbastanza sconveniente nella sua esplicita romanità. Dico più educatamente che anche questo Natale è passato, con sè il Capodanno e pure la Befana. I Re Magi son transitati nei nostri Presepi e ancora non abbiamo capito cosa sia la mirra, il panettone l’abbiamo mangiato pur continuando a riempirlo o ricoprirlo di qualche ingrediente extra perchè da sè, diciamocelo, fa abbastanza schifo.
Ci siamo lamentati della crisi, dei pochi soldi in tasca, ma alle persone care e quelle meno care a cui però il regalo tocca farlo lo stesso qualcosa abbiamo consegnato, con pacchettino e fiocco d’ordinanza. Magari con qualche astuto riciclaggio. “Dovrei avere giusto giusto nel cassetto una cagata che mi regalò una mia ex cinque o sei anni fa…“. Al pensiero lesta è seguita l’azione: pacchettino e consegna.
E poi ci siamo strafogati nei soliti pranzoni coi nonni e gli zii e anche il 31 Dicembre qualcosa da fare l’abbiamo trovato. Magari meno da ricconi, ma abbastanza interessante da poter essere condiviso su Facebook. Siamo pure stati al cinema e in assenza di cine-panettoni vecchio stile siamo comunque andati a vedere il film che andavano a vedere tutti per non sentirci da meno.
Ora che smontiamo l’albero e per strada tolgono le luminarie siamo contenti, un po’ più rilassati e rinfrancati per aver vissuto qualche giorno meno stressante e aver ricevuto o esternato qualche sana manifestazione di affetto. Il rientro al lavoro sarà un po’ traumatico, ma ci sono i Saldi a tenerci vivi, e poi inizieremo con fiducia a pensare a Pasqua e alla primavera, pensieri utili visto anche che nel giro di qualche giorno finiremo sotto una spessa coltre di neve (così almeno dicono gli esperti meteo)
A casa mia il trend è stato il regalo dei dischi in vinile. Ormai ho vinili ovunque, ed è un bene, perchè un disco in vinile vale almeno per 5 cd. Fa troppo più figo, è più piacevole da ascoltare nella sua scomodità retrò, trasforma l’ascolto della musica in un rito molto anni ’70, una specie di riconquista dei propri spazi di tempo libero.
Proprio un anno “in vinile” è quello che auspico per me e anche per questo sito: mantenere le nostre peculiarità, non farci tirare nel gorgone di tutti gli altri, bravissimi ma un po’ tutti uguali, cercare di suonare in modo più caldo, più vivo, più vero, più personale, anche se con qualche inevitabile scoppiettio ogni tanto. Ci proveremo, convinti che sia la via migliore per continuare a piacervi
A farla da padrone nel periodo natalizio è stata però la politica. Inevitabile, visto che il 2013 è l’anno delle elezioni. Si torna a votare, si ri-sceglie un governo politico dopo la parentesi tecnica, con la possibilità che a vincere siano proprio quei tecnici divenuti da qualche giorno politici.
Io intanto mi avvantaggio, e inizio a chiedere qualcosa a quelli che governeranno (nessuno sarà della Valdichiana, peccato). Prima di tutto il lavoro, perchè 37mila disoccupati in provincia di Arezzo sono troppi, e anche chi lavora spesso è costretto in situazioni molto poco positive. Poi il sostenere le idee, la creatività, la voglia di fare, sempre che questa sia accompagnata dalle competenze, visto che troppo spesso questo paese è il paese del “noi ce se prova“, dove si cerca di reagire alla disperazione gettandosi alla ricerca della botta di culo
Ai nostri Sindaci, invece, chiedo di tornare a parlare di progettualità, di idee a lungo termine, di qualcosa che vada oltre il quotidiano, la soddisfazione dei bisogni e dei problemi immediati o la mera vendita di fumo per i giornali nella speranza di una rielezione o di una salita di grado futura. Qualcosa magari da pensare tutti insieme: ad esempio dove cominciare a riaprire spazi per il lavoro.
Già, il lavoro, proprio quello che dicevo prima. Così che nel 2013 non si debbano nuovamente riciclare i regali brutti delle ex di 5 o 6 anni fa…
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Aspetto il Natale e lo cerco anche in estate; arriva e passa subito. Non riesco a farmene una ragione. Adoro così tanto questo periodo perché si crea la giusta, "magica" atmosfera. Questa mattina mi tocca andare a scuola...triste perché non so cosa mi aspetta, triste perché non respirerò l' aria di ieri.