In merito alla notizia da noi pubblicata ieri, riguardante l’operazione “Hercules” che ha scoperto un “giro” di vendita di sostanze dopanti e anabolizzanti fra frequentatori di alcune palestre della zona, è bene sottolineare alcuni punti, sia per maggiore chiarezza, sia per offrire spunti di riflessione sul tema che, inserito in spazi di dibattito ormai incontrollabili e tendenti per natura a favorire la disinformazione e l’approssimazione (del genere social), non merita nè di essere strumentalizzato nè, al contrario, sottovalutato
1) La legge, che adesso dovrà fare il suo corso per accertare definitivamente la verità dei fatti e le responsabilità, punisce esclusivamente lo spaccio, cioè la vendita di determinati medicinali attraverso canali non “ufficiali” (farmacie o altre strutture autorizzate). Su quello si è concentrata l’azione degli inquirenti. Cosa diversa è l’acquisto “ad uso personale” da parte di soggetti singoli con finalità non sportive, ma semplicemente estetiche, che come ribadito da alcune sentenze non costituisce reato, ma certo non esclude la possibilità di danni alla salute di coloro che ne fanno uso
2) Il fatto che vi siano stati 2 arresti e 5 denunce non deve spingere a generalizzare e a farsi un’idea negativa del mondo delle palestre. In questo caso, come riportato dagli inquirenti, si trattava di frequentatori. Ci sono tantissimi professionisti seri, preparati, onesti nel settore che con tutto questo non hanno nulla a che vedere.
3) Tutto questo con lo sport non c’entra nulla, non ha nulla a che vedere col gesto atletico o la prestazione. Il doping nello sport appartiene a un altro piano, anche se è un grande problema
4) La lista dei medicinali sequestrati, resa pubblica dagli inquirenti, è sicuramente inquietante. Su questo, a mio avviso, sarebbe bene riflettere: su cosa spinga certi soggetti a mettere a rischio la loro salute, assumendo sostanze (a quanto riferito dagli inquirenti senza neanche una logica scientifica precisa, quindi sottoponendosi a rischi ancora maggiori) semplicemente per ottenere risultati “estetici”