L'Editoriale

Dibattito nel PD: per ora è tipo Sex & the City 2

L’altra notte m’è capitato di incocciare in Sex & The City 2, il secondo film estratto dalla fortunata serie Tv americana che tanto ha furoreggiato in Italia negli anni della pre-crisi. Alcune facoltose signore, nonostante il passare inesorabile degli anni, continuavano a vivere nella rutilante metropoli col loro consueto stile di vita, sommando all’abituale sequenza di aperitivi, shopping, lussi derivanti da strane professioni, storie d’amore improbabili e altre amenità qualche etto di cerone in più e una buona serie di artifizi stilistico-estetici con cui erano convinte di nascondere la decadenza fisica.

L’attuale dibattito interno al PD, un lato del quale ha avuto come fulcro Cortona con la convention di Area Dem, assomiglia secondo me molto a quel film.

Ad Area Dem gli atteggiamenti più tipici degli intervenuti sono stati tre: esternare la soddisfazione di poter avere di nuovo un luogo di confronto e dibattito dopo anni di privazione, combinare a qualche ammissione di colpa una serie di “Io ve l’avevo detto!” riguardo ai vari errori che hanno portato in soli 5 anni un intero partito dagli altari (l’effimero 40% renziano) alla polvere (il 15% dei sondaggi attuali) e provare a indicare una direzione nuova.

Proprio sulla direzione nuova trovo la somiglianza col cerone e i vestiti da migliaia di dollari delle signore di Sex & The City.

Sul piano mediatico il più eclatante degli interventi (iper-applaudito dai presenti con una standing ovation) è stato senza dubbio quello di Zingaretti, uno dei pochi non troppo compromessi coi disastri recenti, che di fatto ha lanciato la sua candidatura alla Segreteria. Andando a sintetizzare brutalmente posso dire che mi è sembrata un’analisi lucida sulla situazione attuale e sugli errori degli ultimi anni (e questo già è tanto!) da cui discenderebbe un progetto interessante, ma che mi pare poco più di un “Nuovo Ulivo” riaggiornato e ampliato con un’attenzione al mondo dei 5 Stelle. Certo un progetto aperto, inclusivo, anche di rinnovamento, sicuramente un grande miglioramento rispetto a modi e metodi scaccia-voti degli ultimi anni, ma i cui destini elettorali sarebbero tutti da vedere.

Dall’altra parte invece leggo sul Corriere della Sera quello che dice Calenda e anche nell’uso stesso delle parole (“un fronte Repubblicano”) mi sento riportare alla Prima Repubblica. Intendiamoci: è un piacere per me che sono un grande sostenitore di quel periodo storico, ma l’idea mi pare la riedizione del “Partito di Scalfari”, quel mix di “liberal-riformismo” tecnicista sostenuto da alcune èlite economiche negli anni 80 che è sempre rimasto un progetto politico senza popolo. Pure il “Macronismo” a cui forse ci si vuole attaccare mi pare già una moda passata e il timore che da lì si origini un partito del 4 o 5%, come era il PRI negli anni ’80, è tanto.

Poi vabè, ci sono gli ultras renziani, ma quelli ormai vivono in un mondo tutto loro e sono al passo coi tempi come i giapponesi rimasti sulle isolette sperdute nell’oceano armati fino ai denti in attesa del nemico americano.

Francamente non penso che si debba buttare via tutto. Anche le signore attempate di Sex & the City hanno diritto di continuare a esistere. Però forse è il momento di rendersi conto fino in fondo della realtà, cioè che intorno a questo dibattito non c’è niente, non c’è la gente, non c’è l’interesse dell’opinione pubblica, non ci sono i giovani e lasciar perdere i ceroni o gli escamotage.

La grande mancanza è quella che c’è sempre stata sin dall’inizio del PD: una sintesi che porti a posizioni chiare, connesse con la realtà e fondate sulle idee.

Il problema si era pensato di risolverlo abbandonando la discussione e affidandosi a un leader acchiappa-voti, ma ben presto quel leader è diventato uno scaccia-voti ed è riuscito a diventare antipatico agli italiani come pochi altri nella storia del nostro paese, tirando giù nella sua slavina personale tutto il Partito (NB: si notino a questo proposito i commenti facebookiani dei “lettori” in ogni articolo in cui si prova a parlare di PD).

Smettere di parlare di leadership e ragionare sui contenuti è già un passo avanti: aiuta a riconnettersi col mondo esterno ed è una buona base per poter tornare a dire cose che le persone possano sentire come proprie.

Senza quello il PD non ha futuro: non lo voterà nessuno e davvero si farà la fine delle irriducibili signore di Sex & the City, con sempre più cerone e sempre meno corteggiatori.

Michele Lupetti

Colui che nel lontano 2006 ideò tutto questo. Fondatore e proprietario di ValdichianaOggi, dopo gli inizi col blog "Il Pollo della Valdichiana". Oltre a dispensare opinioni sulle cose locali è Beatlesiano da sempre (corrente-Paul Mc Cartney), coltiva strane passioni cinematografiche e musicali mescolando Hitchcock con La Corazzata Potemkin, Nadav Guedj con i Kraftwerk. I suoi veri eroi, però, sono Franco Gasparri, Tomas Milian, Maurizio Merli, Umberto Lenzi... volti di un'epoca in cui sarebbe stato decisamente più di moda: gli anni '70

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