Se a Cortona accadono miracoli (per chi si fosse perso il mio articolo sulla “Notte Jazz” ecco qui il link) altrove in Toscana succede anche di meglio.
Il problema di partenza è quello dei centri storici turistici sempre più ridotti a “mangiatoie”, invasi da attività legate alla ristorazione o alla somministrazione di cibi e bevande che piano piano, basta leggersi il nostro articolo di ieri, hanno preso il posto delle attività più storiche, legate a necessità dei residenti o a un turismo che un tempo era numericamente più ridotto, ma molto meno “mordi e fuggi” e “mangia e bevi“.
Un guaio che è di tutte le citta turistiche, non solo di Cortona, ma sul quale da anni si dibatte su come intervenire, finora con pochi risultati pratici.
Che ci sia da intervenire è evidente, basta pensare a una manifestazione come CortonAntiquaria che certo sarebbe notevolmente aiutata se intorno avesse una città sulla stessa lunghezza d’onda, con attività commerciali (oltre che un decoro urbano e una viabilità) più degne.
Recentemente materie affini a questa sono state oggetto di un regolamento comunale che ritengo in parte apprezzabile, ma che a mio modo di vedere ha solo lambito il problema destando anche perplessità, poi in parte alleviate, negli operatori del settore, da noi più volte registrate.
Volterra invece, dopo Lucca, ha deciso di intervenire in modo più drastico. Evidentemente si trova in una situazione simile a quella di Cortona, ma forse vi è una presa di coscienza maggiore. Tant’è che già da tempo il Comune aveva previsto agevolazioni per chi aprisse attività diverse dalla somministrazione di cibi e bevande, esenzioni, riduzioni di tariffe e quant’altro.
Constatando però che tali misure erano non sufficienti si è deciso di imporre un vero e proprio Stop all’apertura di nuove attività del tipo “mangia e bevi”. “I paletti servono” dice l’Assessore al turismo della città toscana e “Il mercato non è in grado di regolarsi da solo”, dice il Sindaco.
Sono frasi che di primo acchitto sembrano rivoluzionarie se non addirittura “blasfeme”, ma evidentemente non lo sono. Derivano anzi da un percorso di riflessione che a quanto pare è arrivato qualche centinaio di metri più avanti rispetto a quello che accade a Cortona.
Le cose che mi colpiscono principalmente sono due:
- A quanto pare è meno complicato di quello che si possa pensare intervenire sul tessuto produttivo di una città. Gli strumenti forti a disposizione del Comune esistono, basta avere il coraggio di iniziare a usarli.
- Con estrema sorpresa ho letto dichiarazioni entusiaste e di completo appoggio delle associazioni dei commercianti.In questo elemento trovo una nuova conferma del fatto che non è impossibile mettere tutti d’accordo in una città che vive di turismo.
Basta semplicemente avere chiara la situazione e possedere un’idea altrettanto chiara di cosa voler cambiare. Gli strumenti per farlo, prima o poi, si trovano.