Al cortonese fa piacere che “la Mostra”, come tutti noi siamo soliti chiamarla, continui a esserci. E’ un po’ come “la Sagra” (quella della Bistecca): ci siamo cresciuti, le estati di una volta vivevano il “clou” in quei due eventi e il senso di appartenenza è fortissimo, così come l’orgoglio per aver avuto concittadini così arguti da inventarsi manifestazioni capaci di giocare un ruolo primario nell’evoluzione in meglio di Cortona.
Al cortonese piace anche sapere che, come ci confermano vari amici appassionati ed esperti, CortonAntiquaria riesce a mantenere un buon livello qualitativo, ad attrarre un discreto numero di compratori e più in generale a interessare il pubblico, che pur riducendosi rispetto ai decenni passati è ancora numeroso.
Al cortonese poi non dispiace anche il “contorno”: negli ultimi anni siamo passati dalle mostre collaterali agli eventi-dibattito, come quello di ieri sera (partecipatissimo) col Prof. Massimo Cacciari che indubbiamente ha reso onore alla città per l’altissimo livello degli intervenuti. Sempre interessante anche la serata del Premio CortonAntiquaria, che quest’anno sarà assegnato a un musicista straordinario come Paolo Fresu.
Per tutto questo il cortonese è dunque riconoscente nei confronti di Furio Velona, attuale Direttore della Mostra, così come di tutti coloro (sponsor, amministratori comunali, antiquari, cortonesi innamorati della città ecc. ecc.) che negli anni si sono adoperati per portare avanti questa grande tradizione.
E’ però materia tradizionale del cortonese, così come per ogni italiano che si auto-elegge Commissario Tecnico della Nazionale quando ci sono i Mondiali, l’elaborazione di strategie per migliorare la Mostra stessa.
La “Piazza” di idee ne ha tante e fa piacere raccoglierle, uscendo dallo schermino del telefono e dalle paginette bianco-blu di Facebook e parlando davvero con la gente. Le idee partono dall’amore per la città e per la Mostra stessa; in parte minoritaria vi sono certamente politicizzazioni, ma è bene tollerarle non negando l’ascolto al resto.
Si ragiona molto su maggiori investimenti. Soldi in più che si traducano in migliori interventi di promozione, oppure che vadano a finanziare un ripensamento dell’approccio organizzativo per alzare ancor più la qualità. Alcuni suggeriscono, sempre con qualche soldo in più, di legarla a un altro grande evento, oppure di riprovare con maggiore convinzione la carta delle “collaterali”. C’è anche chi dice che si potrebbe provare a spostarla altrove, ampliando così gli spazi disponibili, oppure dislocarla in più spazi all’interno della città. Poi c’è chi vorrebbe un maggiore sostegno dal tessuto produttivo locale… insomma le idee sono tantissime e l’elenco potrebbe continuare a lungo.
Da parte mia, pur dibattendo con piacere di tutte queste cose, preferisco partire da più indietro e proporre scelte a costo zero che rappresenterebbero una base di partenza (secondo me necessaria) da cui sviluppare proficuamente il resto.
L’assioma fondamentale è secondo me questo: se CortonAntiquaria fa onore alla città anche la città deve far onore a CortonAntiquaria.
Questo si deve tradurre, prima di tutto, nel non farla sentire fuori contesto.
E’ il discorso della “ex-città degli antiquari” che abbiamo proposto qualche giorno fa in questo articolo. Un tempo il contorno cittadino era in linea con la Mostra, un’espressione coerente di bellezza e eleganza. La Cortona di oggi, per effetto di meccanismi inesorabili dell’economia e (a mio avviso) di qualche scelta politica debole, è purtroppo un po’ meno elegante rispetto al passato.
E’ ovvio che non si può tornare ai 20 negozi fra antiquari e restauratori che c’erano un tempo, però in una città certo moderna e che guarda al futuro, ma fatta di eventi di ancor più alto livello, attività produttive meno “mangia e bevi”, viabilità più logica, decoro urbano più curato di sicuro la Mostra starebbe meglio.
Inoltre flussi turistici più qualificati per livello culturale, economico e di abitudini non sarebbero certo un limite, ma semmai un aiuto forte.
Su queste cose, come più volte ho scritto (ad esempio qui), il terreno politico-amministrativo su cui lavorare c’è e arrivare a questo traguardo non è affatto impossibile.