Una volta passata la festa, grande e meritata, adesso pensiamo al futuro. Il tempo è poco, la strada è lunga e certo non è bello non potersi godere il trionfo per dover già pensare al domani. Ma questo è lo sport, questa è la vita: una volta diventati grandi è necessario cominciare a impegnarsi per crescere ancora. Enorme, comunque, la soddisfazione di poter finalmente dire che Cortona non è più, sportivamente parlando, la parente povera, ma è “in serie A“. Roba mica da poco.
C’è riuscita col volley, dopo che mai c’era riuscita col calcio, e in questo senso la cravatta arancione che indossava il Presidente Montigiani sabato sera suonava un po’ beffarda, anche se la scelta del sempre elegante presidente è stata sicuramente frutto di un caso.
Ma, a parte le battute, adesso l’imperativo è rimboccarsi le maniche per trovare una soluzione che permetta di stare in A2 come tutti gli altri, ossia al meglio. Ciò è interesse non solo della società Cortona Volley e di chi ama questo sport, ma di tutta la comunità locale. Già si sta lavorando in questo senso; alcuni incontri fra società e Sindaco ci sono stati, l’impegno c’è e siamo sicuri che una soluzione sarà trovata.
Da parte nostra ci permettiamo, in totale umiltà e con assoluto rispetto del lavoro della dirigenza, di riassumere la situazione a beneficio dei lettori elencando alcune soluzioni quantomeno possibili. Ogni precisazione, correzione, integrazione sarà ovviamente ben accetta.
a) Cosa serve (da regolamento):
Il Regolamento per l’omologazione dei campi da gioco, documento ufficiale della Lega Volley (lo potete leggere a questo link), richiede per la serie A2 palasport da almeno 1.000 posti a sedere. Oppure da almeno 600 posti, in questo caso con deroga, ma si deve trattare di strutture che “abbiano tutte le caratteristiche peculiari dei palazzetti dello sport” cioè in possesso di tutti i requisiti sia sul fronte della sicurezza, delle dimensioni, delle varie aree ecc ecc ecc
Sulla base di questo è ovvio che a Cortona non esiste una struttura di questo tipo. Anche strutture molto vicine (es: Palasport di Castiglion Fiorentino) non sono all’altezza dei requisiti richiesti. Un Palazzetto dello Sport, struttura che sicuramente farebbe piacere avere, è certamente programmabile, a fronte di un investimento ingente ancora tutto da coprire, ma non può certo essere tirato su in circa 4-5 mesi, ovvero la distanza di tempo che ci separa dall’inizio del campionato di A2. Calcolando anche che il Cortona Volley avrà il suo buon da fare per garantirsi una rosa all’altezza della nuova categoria, e dovrà quindi fronteggiare investimenti di enorme portata, va cercata un’altra soluzione, quantomeno temporanea.
b) Soluzioni possibili:
– Adattare una struttura già esistente. Quale?
Il PalaCiotola, pur con tutto l’ottimismo del mondo, non è un palasport. Si potrebbe modificare e allargare con un investimento non certo piccolo ma minore rispetto a quello per un palasport? Forse. Analogo discorso per le altre strutture sportive del territorio. La palestra di Camucia, dove giocava il volley ai tempi della serie C, è anch’essa forse adattabile. Peccato per la palestra ex-Macelli a Cortona: al momento di farla forse ci si sarbbe potuto riflettere. Ci sono poi nel territorio strutture private adattabili a palasport? Forse.
– Emigrare
Potrebbe essere la soluzione-rattoppo da usare in extremis se davvero non viene fuori qualcosa di meglio. Per ora non sembra affatto nella volontà della società, che vuole giustamente restare legata a Cortona. Un trasferimento (ad Arezzo? a Perugia?), pur portando forse (in potenza, ma è tutto da discutere) più pubblico allontanerebbe la squadra dalla realtà locale, modificando forse quelle condizioni ideali di “ambiente” in cui si sono incastonati i grandi successi del Cortona Volley finora.
In conclusione due considerazioni del tutto personali:
La prima è che la FederVolley potrebbe pure cominciare a pensare di ridurre standard pensati in un’altra epoca, quella del ‘boom’ della pallavolo. Erano gli anni ’90, c’era Velasco e Lucky Lucchetta, c’erano i mondiali e gli europei vinti a ripetizione, c’era un campionato infarcito di big internazionali. Adesso l’aria è diversa: la pallavolo è sempre uno sport importante e seguito, ma non riempie più i palasport come prima. Un’alleggerita ai numeri minimi darebbe una mano alle società a crescere, contenendo i costi e permettendo a chi lavora bene e ha ambizioni di poter proseguire il proprio cammino.
La seconda è che qualunque sia la soluzione per la prima stagione in A2 è difficile ipotizzare un futuro da grande squadra senza uno sponsor di rilievo quantomeno nazionale. Questo, ovviamente, con tutto il rispetto per chi, con grande sacrificio e abnegazione, ha investito nel Volley a Cortona fino ad oggi. Di fronte agli investimenti necessari per il palasport e per restare in A2 con tranquillità, è quindi probabile che i sostegni veri vadano cercati altrove. Il “brand” Cortona in questo senso può rivestire un ruolo importante: quello della città etrusca è un marchio conosciuto e in grado di attrarre interesse.
E’ vero, è dura, ma non sottovalutiamoci troppo.
Comunicazione di servizio: domenica 8 Maggio, al rientro dei giocatori dall’ultima partita di campionato a Olbia (match ininfluente) ci sarà la grande festa per la promozione a Camucia, in P.za Sergardi, dalle 17.30 in poi.
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