Tutelare chi nel centro storico di Cortona ha attività aperte tutto l’anno, rispetto a chi apre solo per la stagione turistica: è l’idea che parte dall’ultimo editoriale de L’Etruria al quale mi associo in pieno. Nell’articolo si propone la creazione di un tariffario diversificato per quanto riguarda l’utilizzo del suolo pubblico; davvero questo potrebbe essere un primo importante passo per inserire una logica che vada a premiare chi, tenendo aperto, contribuisce a tenere in vita il centro storico cortonese anche nei mesi invernali. Ma vorrei aggiungere anche altre considerazioni.
Il turismo ha di fatto posto in secondo piano, sul piano della resa economica, la presenza dei residenti rispetto agli ospiti. Rende quindi di più puntare su chi viene a Cortona in vacanza piuttosto che rivolgersi a chi ci abita tutto l’anno. Stessa cosa accade per gli affitti: rende ormai più affittare una casa nei mesi turistici, di settimana in settimana, piuttosto che a una persone che ci abita tutto l’anno e alla quale inevitabilmente va fatto pagare un affitto più contenuto
Ma questo fenomeno causa enormi problemi ai pochi cortonesi “resistenti” che non si sono ancora piegati all’idea di andare altrove. Quello che ormai è quasi completamente sparito, nel centro storico, è il servizio essenziale, il bene primario, quello “di tutti giorni” che serve a chi è residente. Piccolezze, piccoli oggetti e beni, per i quali si è costretti a prendere la macchina e andare a cercare a Camucia. La situazione cortonese è oltremodo assurda in quanto ormai, anche nelle frazioni minori, l’espansione urbanistica e commerciale fa sì che si trovi l’essenziale nel giro di pochi metri.
Ecco quindi che Cortona rischia di svalutarsi e di ritrovarsi, nel caso di una flessione del turismo che ovviamente non ci auguriamo arrivi mai, svuotata. Di residenti e di negozi, perchè chi arriva qui per fare affari se ne va appena vede che non gli conviene più.