{rokbox title=| :: |}images/chi.jpg{/rokbox}Visto che ieri sera, purtroppo, era l’ultima puntata prima della pausa per la stagione estiva credo sia più che giusto celebrare un po’ il lavoro di chi, in questo scenario mediatico nazionale sicuramente non dominato da serietà e professionalità, cerca di “fare il suo” e alla fine ottiene grandi e importanti risultati. Tante volte ho parlato di giornalisti a mio avviso buoni e meno buoni, di pregi e limiti del nostro mondo mediatico. La redazione di “Chi l’ha visto” rappresenta sicuramente un esempio positivo.
E’ positivo perchè, oltre che svolte con grande precisione e correttezza, dote rara, le inchieste di quei giornalisti hanno un’utilità sociale, cioè poggiano e nascono su uno degli obbiettivi che un giornalista dovrebbe porsi al momento di iniziare a lavorare. I servizi di Chi l’ha visto cercano di venire incontro ad un bisogno di verità e di giustizia proprio di tante piccole esistenze lontane dai grandi riflettori della Tv, in un certo senso ormai abbandonate a sè stesse. Vite segnate da tragedie immani che nessuno, o quasi, conosce. Vite terribili fatte di solitudini e sofferenze. Poco conto se si tratta di inchieste di un mese o vent’anni fa: c’è sempre qualcuno che attende una risposta, la merita, ma probabilmente non può più averla per le vie consuete, quelle della legge, perchè è passato troppo tempo e le indagini, spesso, potevano essere svolte in modo migliore. E non può più avere nemmeno l’interesse della grande Tv perchè il suo caso non fa audience, non fa spettacolo o peggio c’è qualcosa di scomodo che vi sta sotto.
Immuni da dietrologie e preconcetti, propri invece di tanti pseudo-fustigatori che spopolano qua e là (anche nel web) quei giornalisti lavorano bene. Il loro esempio sarebbe bello ricevesse più valorizzazione, invece di stare in una nicchia di pochi appassionati del lunedì sera. Ma questa, lo sappiamo, è utopia. Troppo più comodo, facile e probabilmente utile sprecare serate e serate, tg e contro tg a parlare di escort, trans e Marrazzi vari o dedicare rubriche web alle ricostruzioni, smaccatamente di parte, di questo o quel processo a carico del potente di turno.