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Castiglion Fiorentino: e adesso?

Sarà stato per quel carrarmato ospitato al “Parterre”, ma a me Luigi Bittoni ha sempre ricordato proprio quella macchina da guerra lì. Oppure, trasponendo questa mia sensazione in un qualche personaggio da film, Bittoni mi fa pensare all’autista di un blindato tedesco della seconda guerra mondiale, di quelli che si vedevano nelle pellicole di guerra degli anni 60, quei mezzi spaccatutto che partivano sparati all’assalto e andavano avanti a tutta birra nonostante le smitragliate e le bombe a mano lanciate dai nemici. Qualcosa di diverso da un kamikaze giapponese, ugualmente coraggioso ma più solido perchè perchè protetto da un corpo corazzato e dalla potenza di un cannone e di un gran motore.

Le mie sensazioni, che ho avuto sin dalla prima volta (e infatti l’ho soprannominato Otto von Bittons, preferendo questo soprannome al più “raffinato” Louis Bittons) sono state via via ampiamente confermate dai fatti.

Probabilmente Bittoni era l’unica persona in grado di far vincere le elezioni allo schieramento “lealista” del PD castiglionese. Nessun altro ce l’avrebbe fatta. Lui invece ce l’ha fatta, per pochissimi voti e col consenso (fatti due conti e togliendo chi non è andato a votare) di neanche il 20% dei castiglionesi, ma ce l’ha fatta. Ce l’ha fatta chiamando la sua lista “Rinnovamento per Castiglioni” quando tutti gli avversari, ma proprio tutti, la riassumevano semplicemente come la continuazione di quello che c’era prima. Ha vinto la sua sfida, combattuta a testa bassa, con l’elmetto in testa, mentre alla guerra elettorale si univa quella riguardante la sua presunta ineleggibilità

Un’altra mia sensazione è stata quella che solo lui poteva fare il Sindaco nel modo in cui lui l’ha fatto in quest’anno, parando ogni assalto dall’esterno e continuando ad andare avanti per la sua strada. Bittoni ha affrontato battaglie quotidiane, consigli comunali al limite del grottesco, vivendo in trincea e uscendo spesso da quella trincea proprio a bordo del suo blindato, all’attacco, a tutto gas, non facendo prigionieri.

Poi è arrivata la Sentenza d’Appello sulla sua ineleggibilità e la corsa del carrarmato s’è fermata. Ma è come un fermo immagine, e il film potrebbe pure ricominciare tale e quale fra qualche mese. Oppure finire qui, col blindato che salta per aria e la guerra che comunque continua.

Il fatto è proprio questo: così come è stato lecito esternare dubbi, con tanto di ricorso, sull’eleggibilità di Bittoni adesso invocare lo scioglimento del Consiglio Comunale non è affatto peregrino, anzi. Ha dei fondamenti politici pienamente sensati, e anche delle basi di legge. Ma è piuttosto evidente che non basterebbe lo scioglimento, l’ennesimo, di un Consiglio Comunale, il commissariamento e il rinvio a nuove ulteriori elezioni (le terze in 4 anni!!!) per risolvere una volta per tutte la questione e far ripartire da zero Castiglioni.

Nessuno mollerebbe la presa, e la nuova campagna elettorale riuscirebbe forse a risultare peggiore di quella vista nel 2012. Perchè troppe sono le cose in sospeso, troppe le situazioni non chiarite, troppi gli intrecci fra politica, vicende personali, interessi vari e plurimi.

Il lavoro da fare è diverso e sta su un altro piano: una pacificazione cittadina che è ancora ben lungi dall’arrivare e non può non nascere da traguardi fondamentali come il raggiungimento sulla verità dei fatti di una stagione politica che ancora non si è riusciti a chiudere del tutto. Finchè non ci sarà questo non basteranno nuove elezioni e maggioranze con un più ampio consenso in termini di voti a fare di Castiglioni, nuovamente, un paese come tutti gli altri

Michele Lupetti

Colui che nel lontano 2006 ideò tutto questo. Fondatore e proprietario di ValdichianaOggi, dopo gli inizi col blog "Il Pollo della Valdichiana". Oltre a dispensare opinioni sulle cose locali è Beatlesiano da sempre (corrente-Paul Mc Cartney), coltiva strane passioni cinematografiche e musicali mescolando Hitchcock con La Corazzata Potemkin, Nadav Guedj con i Kraftwerk. I suoi veri eroi, però, sono Franco Gasparri, Tomas Milian, Maurizio Merli, Umberto Lenzi... volti di un'epoca in cui sarebbe stato decisamente più di moda: gli anni '70

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