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A che “temperatura” bolle la politica? Per rispondere al quesito forse una soluzione c’è: osservare la situazione venutasi a creare a Castiglion Fiorentino in queste settimane che precedono il rush finale per la corsa alla poltrona di Sindaco. Lì il punto di ebollizione è stato superato da tempo e il dopo-Brandi si sta davvero rivelando più complicato di quanto già fosse lecito prevedere. Punti critici a destra e a sinistra; terzi, quarti e quinti (forse) incomodi, vicende para-politiche si mescolano in un gran calderone in cui parlare di pronostici sulla vittoria finale è roba per chiromanti o veggenti.
I nomi in lizza saranno probabilmente cinque. Due candidature ‘minori’, poste agli estremi, sono quelle di Forza Nuova e quella che probabilmente scaturirà (se andrà in porto la raccolta di firme) dall’estrema sinistra, dagli ambienti vicini al piccolo Partito Comunista dei Lavoratori che a Castiglioni ha qualche sostenitore.
Tolti queste, che possono essere considerate presenze fisiologiche di un bipartitismo incompiuto a Castiglioni come in tutt’Italia, nonostante il sistema elettorale maggioritario, si sono registrati in queste ultime settimane sia un compattamento con una micro-scissione.
Il compattamento è venuto nel centrodestra. PdL, Lega e La destra hanno lanciato il loro candidato, l’avvocato Domenico Nucci, su cui alla fine sono confluite, a parte qualche defezione e molti mugugni repressi, anche le forze del cosiddetto “terzo polo” e del civismo legato ad “Alleanza per Castiglioni”, il gruppo lanciato da Mario Agnelli.
Con qualche dolore di pancia, piuttosto che correre l’uno contro l’altro regalando un clamoroso assist al centrosinistra, i rivali sono tornati amici. Adesso c’è solo da capire, intorno a Nucci, quale lista e quale squadra potrà crearsi, quanto convintamente verrà portata avanti la linea unitaria e quello che potrà accadere poi, una volta al governo.
Per Nucci e i suoi arrivare al Governo della città non è certo una chimera impossibile: dall’altra parte di sicuro la situazione non è semplice.
Le primarie PD annunciate e poi scomparse, con il vice-Sindaco Lucci che ha ammainato le proprie bandiere lasciando spazio a Enrico Cesarini, potevano pure suonare positivamente, come segnale di pace interna. Passate quelle, però, è uscita prima fuori la vicenda legata alle ispezioni ministeriali sui bilanci del Comune, poi la fuoriuscita di qualche esponente fra cui il consigliere Ugo Caporali che ha solidarizzato coi comitati e con altri dissidenti vari di sinistra e anche di destra candidandosi a Sindaco per la lista “Cittadini in Comune”.
Caporali strapperà più voti a Nucci o a Cesarini? Farà più comodo alla destra, indebolendo la candidatura di Cesarini, o alla sinistra, coagulando su di sè il civismo anti-Sadam e anti-status quo? La chiave di volta, probabilmente, sarà questa.
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