Interessante osservare i differenti atteggiamenti tenuti dagli amministratori locali nei confronti di un tema marginale, ma evidentemente sentitissimo, quale i botti della notte di capodanno. In alcuni casi, con grande impegno di studio e ricerca, si è andati a scavare nei meandri delle normative e si è riusciti a trovare uno spiraglio, un microscopico spazio di potere libero sul quale emanare “ordinanze anti-botti“.
Tali ordinanze si sono rivelate molto efficaci e roboanti sul piano mediatico, probabilmente perchè rientranti nella popolarissima figura del Sindaco – Sceriffo (adattabile più o meno a tutti i primi cittadini, da quelli più muscolari/decisionisti a quelli più paternalistico/buonisti) e rilanciate a manovella dai soliti siti-fotocopia. Ma aldilà dello sforzo giurisprudenziale e dell’evidente buona volontà che sta dietro ai provvedimenti è la sostanza di essi su cui c’è da discutere
Il punto fermo è che:
1) la vendita dei botti è pienamente legale (elemento non da poco!)
2) il loro uso è regolamentato rigorosamente da svariate leggi, più o meno specifiche.
Quindi la giurisprudenza c’è e il “comandamento” esiste e il raggio d’azione è prossimo allo zero
La maggior parte di Comuni italiani si è però mossa con ordinanze sindacali in cui di fatto sono stati ribaditi i divieti e le prescrizioni già esistenti, talvolta precisandoli con maggior cura e dettagli (es: le distanze dalle abitazioni, il riferimento ai luoghi dove si assembrano persone ecc ecc) e appigliandosi, per giustificare il rimarcare / rafforzare i divieti, in certi casi ai diritti e alla tutela degli animali, in altri alla sicurezza, alla prevenzione di incendi ecc ecc.
Tutto molto bello, ma in fin dei conti, superfluo. Un po’ come il “severamente” aggiunto alla frase “è vietato gettare oggetti dai finestrini” che si legge sui treni
Privo di senso, invece, il dibattere sulle ordinanze perchè ciò nasce da un qui pro quo, ossia il credere che i Sindaci abbiano aggiunto qualcosa di nuovo all’esistente mentre invece, nella sostanza, si sono limitati a ribadirlo, al massimo con qualche precisazione / dettaglio /accento in più. In sostanza è come se si contestasse questa frase (degna del premio G.A.C.): “Vi ordino di non rubare, perchè c’è una legge che dice che non bisogna rubare“.
Poi c’è anche chi ragiona in modo più realistico e pratico. Ad esempio il Sindaco di Marciano Marco Barbagli che ha capito due cose:
a) che è superfluo predisporre un’ordinanza in cui c’è scritto qualcosa che già è normato
b) che è sostanzialmente impossibile garantire l’applicazione dell’ordinanza, specie in un piccolo comune
E così il buon Barbagli ha deciso di limitarsi a un appello generico al buon senso, con annessi auguri di buon 2016.
E secondo me ha fatto più che bene